25 April, 2024
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Alle 15.00 il Cagliari scende in campo allo Stadio Luigi Ferraris di Genova, contro la Sampdoria dell’ex Marco Giampaolo, per la quart’ultima giornata del campionato di serie A, snodo fondamentale verso il traguardo della salvezza. La squadra doriana è ancora in corsa per la qualificazione in Europa League e non renderà certamente la vita facile ai rossoblu che hanno assoluto bisogno di punti, per non ritrovarsi in piega bagarre nella zona retrocessione, nelle ultime tre giornate.

Marco Giampaolo è in emergenza nel reparto offensivo, dovendo fare forzatamente a meno di Zapata, Caprari e Alvarez, oltre che dell’ex rossoblù Murru.
Anche Diego Lopez ha problemi di formazione, per la contemporanea indisponibilità di Ceter e Romagna, Dessena e Miangue ma recupera Diego Farias ed Andrea Cossu.

«Quella di Genova è una partita importante – ha detto alla vigilia Diego Lopez -. Ci aspettano quattro finali da affrontare con personalità ed entusiasmo, in casa e fuori. Pensiamo innanzitutto alla Sampdoria, in questo momento conta questa gara. Sappiamo le difficoltà a cui andremo incontro, in settimana ci abbiamo lavorato – ha aggiunto il tecnico rossoblu -. Alla Sardegna Arena loro furono bravi ad arrivare direttamente nei pressi della nostra area giocando tre contro tre con i nostri difensori. Nel secondo tempo noi facemmo girare la palla con più rapidità e arrivando agli esterni: questa può essere la chiave. La partita di andata dovrà servirci come monito, per non ripetere gli stessi errori. Abbiamo lavorato tutta la settimana per arrivare preparati all’appuntamento. La Sampdoria è forte, ha un ottimo tecnico, oltre che una grande persona, che ha dato alla squadra una organizzazione tattica ben precisa. Ma anche noi – ha concluso Diego Lopez – possiamo far male e dire la nostra.»

La foto allegata è stata scattata da Fabio Murru, inviato a Genova, nella fase di riscaldamento della squadra rossoblu.

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Dalla grande paura, alla grande gioia, per una vittoria e 3 punti pesantissimi, a 6 giornate dalla conclusione del campionato. Cagliari-Udinese ha offerto tante emozioni, questo pomeriggio, alla Sardegna Arena, nell’anticipo della 13ª giornata di ritorno. La squadra di Diego Lopez ha interrotto una pericolosissima striscia negativa di tre sconfitte consecutive, mentre quella di Massimo Oddo è arrivata alla nona sconfitta consecutiva ed ora inizia veramente a temere per la stessa permanenza in serie A, considerato che in classifica conserva un solo punto di vantaggio sul Cagliari e deve sperare che le squadre che le stanno dietro, ad iniziare da Verona, Crotone e Spal, non facciamo risultato.

La partita per il Cagliari era iniziata decisamente male. Al 10′, infatti, Kevin Lasagna ha portato in vantaggio l’Udinese, con un tiro imparabile che ha spedito la sfera sotto la traversa. Il Cagliari ha accusato il colpo ma ha saputo reagire ed ha riagguantato il pari al 21′, con un colpo di testa di Leonardo Pavoletti, che ha ribadito in rete il pallone respinto dal palo su uno splendido calcio di punizione di Luca Cigarini (poi ammonito, salterà per squalifica la partita con l’Inter in programma martedì sera al Giuseppe Meazza di Milano).

La seconda parte del primo tempo ha visto le due squadre darsi battaglia ma non ha registrato chiare occasioni da goal.

Anche nella prima parte della ripresa non ci sono state grandi emozioni ma né il Cagliari né l’Udinese hanno mostrato di accontentarsi del pari. Al 28′ Bram Nuytinck ha sfiorato il goal con un bel colpo di testa, terminato a lato. Al 39′ l’occasione capita a Luca Ceppitelli su angolo di Andrea Cossu e stavolta il difensore rossoblu non sbaglia, portando il Cagliari in vantaggio. Il finale è stato un’autentica una battaglia, tra sostituzioni e ammonizioni, ma il risultato non è cambiato più ed il Cagliari al fischio finale ha festeggiato per una vittoria pesantissima che, a questo punto, potrebbe avere un’importanza vitale ai fine della salvezza.

La gioia di Leonardo Pavoletti dopo il goal del pareggio.

Leonardo Pavoletti.

 

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Una doppietta dell’ivoriano Frank Kessie in 6 minuti nella parte finale del primo tempo ha consentito al Milan di rimontare il goal iniziale di Nicolò Barella e di uscire con i 3 punti dalla Sardegna Arena nella sfida valida per la seconda giornata di ritorno del campionato di serie A.

Al Cagliari non è stata sufficiente una partita generosa, ben giocata nella parte iniziale, per strappare un risultato positivo al termine di un incontro sostanzialmente equilibrato, condizionato da un fortissimo vento di maestrale.

La partita era iniziata benissimo per il Cagliari, in vantaggio già al 7’ con un gran goal di Nicolò Barella che si è inserito dalla sinistra, si è accentrato ed ha beffato Gianluigi Donnarumma con un destro preciso. Il Milan ha reagito subito, cercando spesso Nikola Kalinić, ben controllato dai difensori rossoblù.

Al 16′ il Cagliari ha perso uno sfortunatissimo Marco Sau, ritornato titolare dopo diverso tempo, messo fuori causa da un guaio muscolare e sostituito da Diego Farias.

Al 24’ Alessio Cragno ha negato il pari a Frank Kessie, autore di una bella conclusione indirizzata all’incrocio dei pali. Il Cagliari ha cercato in un paio di occasioni il goal del 2 a 0 ma proprio nel suo momento migliore, il Milan ha trovato il pareggio, al 36′, su un calcio di rigore decretato dal direttore di gara Marco Guida per un fallo di Luca Ceppitelli su Nikola Kalinić e trasformato da Frank Kessie.

Il goal ha dato la carica al Milan che ci ha provato ancora al 41’ con Nikola Kalinić, imbeccato da Frank Kessie e lo stesso centrocampista ivoriano al 42′ ha concesso il bis, portando il Milan in vantaggio: conclusione di Davide Calabria deviata da un difensore, Nikola Kalinić (in posizione sospetta) ha controllato bene ed ha offerto un assist all’indietro a Frank Kessie che ha piazzato il pallone nell’angolo lontano, imprendibile per Alessio Cragno.

Nel secondo tempo, decisamente meno bello del primo, il Cagliari ci ha provato con grande generosità ma le occasioni da goal sono state poche e non significative. La più preziosa l’ha costruita il Milan al 9′ con Giacomo Bonaventura, sulla cui conclusione dalla distanza si è esaltato il portiere rossoblu Alessio Cragno. Nel finale i due tecnici hanno effettuato alcuni cambi e al 35′ il Milan è rimasto in 10 uomini per l’espulsione di Ricardo Rodríguez per doppia ammonizione. Altri due cambi nel Milan e al 43′ le due squadre sono tornate in parità numerica, per l’espulsione di Nicolò Barella, anche lui per doppia ammonizione.

L’ultimo brivido in pieno recupero, con un colpo di testa di Leonardo Pavoletti, su angolo di Andrea Cossu, terminato di poco a lato alla destra di Gianluigi Donnarumma.

Il Milan di Gennaro Gattuso conquista la seconda vittoria consecutiva e sale a quota 31 punti, al 7° posto; il Cagliari resta fermo a quota 20, al quint’ultimo posto, con 4 punti di margine sulla terz’ultima posizione, occupata dalla Spal, uscita imbattuta dalla Dacia Arena di Udine.

Domenica prossima il Cagliari giocherà a Crotone, un delicato scontro salvezza, contro la squadra di Walter Zenga, carica per la splendida vittoria per 3 a 0 conquistata oggi al Bentegodi di Verona ed ora a soli due punti dai rossoblu. Diego Lopez, purtroppo, dovrà fare a meno di Nicolò Barella e Leonardo Pavoletti, che verranno squalificati a seguito dell’espulsione e dell’ammonizione (il centravanti era diffidato) rimediate oggi. Il Milan ospiterà la lanciatissima Lazio di Simone Inzaghi, impostasi oggi per 5 a 1 sul Chievo.

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Il più bel Cagliari dell’anno ha perso una partita che, per quanto espresso sul terreno di gioco della Sardegna Arena, avrebbe meritato di vincere, contro la vicecapolista del campionato (almeno per una notte nuova capolista), l’Inter di Luciano Spalletti, una squadra certamente non bella ma fortunata e cinica.

Nella prima mezz’ora il Cagliari, trascinato da un grande Nicolò Barella, ha schiacciato l’Inter nella sua area, creando alcune clamorose occasioni per sbloccare il risultato (la più incredibile al 16’, quando un cross di Paolo Faragò ha messo fuori causa Samir Handanovič e Leonardo Pavoletti ha calciato al volo a colpo sicuro trovando sulla sua strada lo stesso portiere neroazzurro, bravissimo a recuperare la posizione e a salvarsi un angolo), e al 29′, alla prima comparsa dell’Inter nella sua area di rigore, ha subito il goal di Mauro Icardi, il nuovo capocannoniere del campionato (15 reti in 14 partite).

Il Cagliari, inevitabilmente, per alcuni minuti ha subito il contraccolpo psicologico della beffa subita, dopo quasi mezz’ora di grande calcio, ed ha rischiato di subire il raddoppio dell’Inter già prima del riposo.

In avvio di ripresa, i rossoblu hanno abbassato il ritmo delle loro azioni ed al 55′ hanno subito il secondo goal, autore Marcelo Brozović, subentrato tre minuti prima ad uno spento Matías Vecino, su assist di Antonio Candreva.

Diego Lopez, a quel punto, ha tentato il tutto per tutto, inserendo un’altra punta, Diego Farias, al posto di Artur Ioniță, ma la squadra ha accusato i segni della stanchezza, superati grazie ad una prodezza di Leobardo Pavoletti che al 71′ ha realizzato uno splendido goal con un tiro al volo che non ha lasciato scampo ad Handanovic ed ha riaperto la partita.

Diego Lopez ha tentato l’ultima carta, Andrea Cossu al posto di Joao Pedro e all’80’ Diego Farias ha avuto l’occasione del pareggio, sciupata con un tiro debole facile preda di Handanovič. E un minuto dopo è stato ancora Mauro Icardi a mettere la sua firma sul match, con il goal che lo ha chiuso con un punteggio, 3 a 1, che punisce severamente un grande Cagliari, anche perché l’azione dell’ultima segnatura è stata chiaramente viziata da un fallo di Ivan Perisic, ma l’arbitro Luca Pairetto ha convalidato anche dopo aver fatto ricorso alla VAR.

L’Inter incamera i tre punti e balza in testa alla classifica, in attesa delle partite di domani; il Cagliari resta a bocca asciutta ma quello visto questa sera, lo ripetiamo, è stato il calcio migliore espresso dai rossoblu dall’inizio della stagione e, andando avanti su questa strada, il raggiungimento della salvezza non dovrebbe costituire un problema.

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A 24 ore dalla trasferta dell’Olimpico che ha segnato la prevedibile quinta sconfitta consecutiva all’esordio di Diego Lopez sulla panchina rossoblù, il Cagliari è tornato in campo ieri pomeriggio ad Asseminello, per preparare il nuovo impegno in programma mercoledì sera alla Sardegna Arena contro il Benevento, fanalino di coda della classifica, ancora all0asciutto di punti dopo nove giornate.

I giocatori utilizzati a Roma con la Lazio sono stati impegnati in lavoro di scarico in palestra. Gli altri hanno lavorato sul campo: dopo il riscaldamento, il programma di allenamento ha previsto esercitazione tecnica e possesso palla a pressione. Quindi tattica di reparto per i difensori, mentre centrocampisti ed attaccanti hanno effettuato esercizi di finalizzazione. In chiusura, partitella a campo ridotto.

Si è allenato regolarmente il portiere Rafael, Alessandro Deiola ha svolto un lavoro personalizzato. Proseguono il loro percorso di recupero dai rispettivi infortuni Alessio Cragno ed Andrea Cossu. Oggi, vigilia di gara, il Cagliari sarà nuovamente in campo al pomeriggio.

«Avevo chiesto alla squadra di giocare con coraggio e così è stato – ha detto Diego Lopez sulla partita dell’Olimpico -. Abbiamo tenuto un buon possesso di palla e siamo arrivati a tirare in porta diverse volte: contro un’altra squadra sarebbe potuto bastare, non contro la Lazio che è fortissima e ha meritato di vincere anche se il risultato è un po’ pesante per noi. Il gol di Farias? Gli episodi a volte possono essere favorevoli, altre meno. Siamo usciti a testa alta. Chiaramente dobbiamo migliorare e per questo bisogna lavorare molto sul campo. Dobbiamo affrontare tre partite in sette giorni, ho diversi giocatori di ottima qualità e mi è sembrato giusto dosare le forze. Per l’attacco, Sau e Farias hanno determinate caratteristiche e ho deciso di iniziare la gara con loro. Mercoledì ci aspetta una partita molto importante – ha concluso Diego Lopez -. Se manteniamo la stessa intensità e mentalità mostrate oggi, possiamo fare bene. La situazione non è critica: dobbiamo lavorare sulla testa ed iniziare a fare risultato.»

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Il Cagliari torna sconfitto anche dal Giuseppe Meazza di Milano ma come è più di quanto è accaduto la scorsa settimana all’Allianz Stadium di Torino, con la consapevolezza di aver giocato una bella partita, al cospetto di un avversario che per larghi tratti ha subito l’iniziativa rossoblu. E le recriminazioni aumentano, pensando ad alcuni episodi più che dubbi verificatisi nell’area di rigore rossonera, sui quali il direttore di gara, Luca Pairetto, non ha ritenuto, incomprensibilmente, di fare ricorso alla VAR.

Dopo aver subito il goal del Milan, autore ancora una volta il giovane Patrick Cutrone, già al 10′, il Cagliari ha iniziato a macinare gioco e al 22′ Marco Sau ha fatto tremare il Milan, cogliendo un palo pieno con Gianluigi Donnarumma battuto. Il resto del primo tempo è stato quasi interamente di marca rossoblu, senza fortuna nelle conclusioni. Ma al 36′ il Cagliari ha protestato per una trattenuta di Leonardo Bonucci su Joao Pedro, lanciato a rete, sulla quale ha ritenuto di non dover chiedere l’intervento della VAR.

Al ritorno in campo dopo il riposo, il Cagliari ha continuato a macinare gioco e al 12′ ha riagguantato il pari, con una precisa conclusione di Joao Pedro, sugli sviluppi di un’azione innescata da un errato disimpegno di Franck Kessié.

A quel punto Vincenzo Montella ha tentato la carta Lucas Biglia, al rientro da un infortunio, inserito al posto di un evanescente Hakan Çalhanoğlu e di lì a poco il Milan s’è riportato in vantaggio, al 24′. Suso ha messo in crisi la difesa rossoblu con un’azione personale, Nicolò Barella lo ha fermato fallosamente al limite dell’area e l’esterno spagnolo (convocato in Nazionale per la decisa sfida per le qualificazioni mondiali di sabato prossimo contro l’Italia) ha scavalcato la barriera con una parabola micidiale che non ha lasciato scampo ad Alessio Cragno.

Cinque minuti dopo Joao Pedro è stato costretto a lasciare il campo dopo uno scontro con Leonardo Bonucci, sostituito da Duje Čop. Montella ha fatto esordire anche Nikola Kalinić, mandato in campo al posto di Patrick Cutrone, osannato dai suoi tifosi, e Massimo Rastelli ha inserito Paolo Faragò per Simone Padoin.
Il Cagliari non s’è arreso fino alla fine, l’arbitro ha concesso ben 9′ di recupero ed il tecnico rossoblu ha concesso cinque minuti anche ad Andrea Cossu al posto di Diego Farias. Il Cagliari ci ha provato ancora, prima con Marco Sau, servito da Andrea Cossu, poi con Paolo Faragò, imbeccato ancora da Andrea Cossu, ma il risultato non è più cambiato.

Il Cagliari torna  a casa a mani vuote dopo le trasferte di Torino e Milano, ma – come già sottolineato – con la consapevolezza di essere sulla strada giusta e fiducioso, in attesa dell’inserimento di Gregory van der Wiel e del nuovo centravanti, che dovrebbe essere Leonardo Pavoletti.

Il campionato ora si ferma per lasciare spazio al doppio impegno della Nazionale di Giampiero Ventura (sabato 2 agosto al Santiago Bernabéu di Madrid con la Spagna, martedì 5 agosto al Mapei Stadium-Città del Tricolore di Reggio Emilia, con Israele). Alla ripresa del campionato, il Cagliari affronterà il Crotone, primo avversario pienamente alla sua portata, una delle rivali dirette per la salvezza, quasi certamente nel nuovo stadio provvisorio, realizzato a tempo di record sul piazzale del vecchio stadio Sant’Elia che verrà quindi demolito per lasciare spazio alla nuova “Sardegna Arena” rossoblu.

Joao Pedro.

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Tutto è pronto a Bottidda per la 7 edizione del Festival canoro regionale “Maria Paola Dedola”, organizzato dall’Associazione Culturale Musicale “Maria Paola Dedola”, in collaborazione con l’Aics Sardegna e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna e del comune di Bottidda. Venerdì 4 e sabato 5 agosto 2017, dalle ore 21 e 30, all’anfiteatro comunale del Parco Santo Stefano “Su Pizzu” si svolgerà l’attesissimo concorso intitolato a Maria Paola Dedola, curato dal direttore artistico Tore Tilocca, e riservato solamente ad artisti non professionisti.

La settima edizione del Festival sarà impreziosita dalla partecipazione, nella doppia veste di madrina e presentatrice, di Francesca Rossi, l’attrice e modella che ha conquistato la fascia di Miss Sardegna 2013 e che ha affascinato critica e fan con la sua recitazione da protagonista nel film “Bianco di Babbudoiu” di Pino e gli Anticorpi.

Ospiti musicali delle due serate saranno Andrea Rosas, che salirà sul palco venerdì 4 agosto, e i Bertas, che si esibiranno sabato 5 agosto.

La formula del Festival presenta due sezioni libere: una per gli under 15, che quest’anno vedrà cimentarsi al microfono oltre 30 giovani cantanti in pectore, ed una per gli adulti (over 16), con la partecipazione di ben 27 aspiranti artisti provenienti da tutta la Sardegna.

I cantanti della sezione over 16, che si esibiranno la sera di sabato 5 agosto, saranno accompagnati live da una band formata da: Fabio Carta (tastiere), Federico Canu (batteria), Andrea Cossu (chitarra) e Fabrizio Leoni (basso).

Al termine di ciascuna delle due serate saranno premiati il primo, il secondo e il terzo classificato, secondo le valutazioni espresse da una Giuria composta dai musicisti e maestri Antonella Chironi, Paola Puggioni, Anna Maria Carroni e Simone Scicolone. I premi in palio saranno, per gli under 15: 250 euro al primo classificato, 150 euro al secondo, 100 euro al terzo. Per la categoria over 16: 500 euro al primo classificato, 300 euro al secondo, 200 euro al terzo.

Le due serate all’anfiteatro di Bottidda, dove sarà allestito anche un punto ristoro con bibite e panini, inizieranno alle ore 21 e 30; l’ingresso non sarà a pagamento ma quest’anno, per chi volesse, sarà possibile contribuire alle attività musicali dell’Associazione, tra cui la scuola di canto, con un’offerta libera.

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Una serata semplice e allo stesso tempo di gran gala. Era d’obbligo l’abito rossoblù ma andavano bene anche il bianco, il rosso e l’oro: i colori delle tre maglie e della divisa per il portiere che i giocatori del Cagliari indosseranno nel corso della stagione 2017-18, presentate nella suggestiva cornice del Caffè degli Spiriti, nel cuore di Castello.

A fare da testimonial una folta rappresentanza della squadra, con in testa il tecnico Massimo Rastelli ed il vice Nicola Legrottaglie; ad accendere l’entusiasmo i tantissimi tifosi che sono accorsi per gustarsi in anteprima lo spettacolo della maglie, incuranti del forte vento di maestrale.

Proprio Massimo Rastelli e Nicola Legrottaglie sono stati i primi a parlare sul palco, sollecitati dai presentatori della serata, i giornalisti Fabiano Gaggini de “L’Unione Sarda” e Virginia Saba di “Mediaset”.

«Sono così belle queste maglie che viene voglia di indossarle e scendere in campo – ha detto sorridendo il tecnico -. Purtroppo, il tempo da calciatori è passato, ora il nostro ruolo è fare capire a questi ragazzi l’importanza della maglia che indossano, una casacca di grande tradizione che va sempre onorata. Ai tifosi chiedo di trasformare il nostro nuovo stadio, la Sardegna Arena, in una bolgia: grazie a loro in casa abbiamo sempre ottenuto grandi risultati.»

Nicola Legrottaglie, da ex difensore, ha risposto alla domanda sul rendimento della retroguardia: «Per me non ci sono difensori più forti di quelli che abbiamo. Lavoreremo con loro e siamo convinti che il lavoro paghi. Sono sicuro che i tifosi ci staranno vicini, soprattutto nei momenti di difficoltà».

Prima di salutare, i due tecnici hanno effettuato un bel selfie con la muraglia umana dei tifosi come sfondo.

Quindi è stata la volta dei calciatori, vestiti con le nuove maglie: Rafael indossava la divisa da portiere color oro, Daniele Dessena e Luca Cigarini la rossoblù, Marco Sau e Marco Andreolli la bianca, Andrea Cossu e Miangue la rossa.

Parola a Rafael: «Le maglie sono bellissime. Da portiere ho indossato anche quella rossoblù, un grande onore per me».

Daniele Dessena, all’ottavo anno di Cagliari, ha ricordato il suo arrivo sull’Isola da giocatore rossoblù: «Ero partito dal porto di Genova in nave, avevo l’auto. Temevo di lasciare casa, ero un po’ mammone, ma grazie alla gente di Cagliari in questi anni sono diventato uomo». Daniele Dessena ha scherzato con Luca Cigarini sulla rivalità tra parmigiani e reggiani, ma il neo acquisto rossoblù ha puntualizzato: «Siamo cresciuti insieme e siamo grandi amici». Poi Luca ha promesso con un sorriso un’esultanza con qualche passo di ballo sardo al primo gol: «Il difficile non è tanto ballare quanto fare il gol».

Marco Sau è pronto per tornare a casa sua, ad Aritzo, per la seconda parte del ritiro: «Ormai è il terzo anno che andiamo, ci troviamo bene».

Marco Andreolli ha salutato i suoi nuovi tifosi: «Siete tanti, è bello essere qui». Una battuta su Marco Sau: «Lo invidio, i piccoletti entrano in forma prima».

Andrea Cossu ha sottolineato il fascino della terza maglia, quella rossa: «Fa venire in mente quella della memorabile vittoria del 2009 sul campo della Juventus. Sono felice di essere qui, aspettavo da tanto questo momento»; Miangue, dopo essersi cimentato con una frase in lingua sarda (promosso)  ha affermato di sapere bene che questa sarà per lui una stagione importante. «Devo migliorare in tante cose, soprattutto nella parte tattica».

I giocatori hanno concluso i loro interventi lanciando verso il pubblico dei beer cooler omaggiati da Ichnusa e brandizzati Cagliari Calcio.

Ha portato il suo saluto l’assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione Sardegna, Filippo Spanu: «Il Cagliari è la Sardegna e la Sardegna è il Cagliari. Avrete notato che sulle maglie è rappresentato il cavallino di Tavolara, simbolo dell’artigianato sardo che la squadra porta ovunque. Lo stadio avrà il nome della nostra Isola: nel Cagliari ci riconosciamo tutti. La Società ci sta dando anche una grossa mano a combattere il razzismo: stiamo cercando di dare un’occasione sportiva a tanti migranti ed il Cagliari ci sta aiutando molto».

La serata è proseguita con la premiazione di William Sogus, il vincitore della selezione creativa del Logo Sardegna Arena. William è stato premiato con due abbonamenti per la stagione 2017-18 che gli sono stati consegnati dalla responsabile marketing Federica Vargiu; inoltre al vincitore sono andati altri due abbonamenti omaggio della Società per permettergli di recarsi allo stadio con i suoi bambini, tifosissimi rossoblù.

Successivamente, è intervenuto Gabriele Tacconi, sports marketing manager Macron: «Le nuove maglie sono molto simili a quelle dell’anno scorso. Uniche differenze? Sono un po’ più leggere per venire incontro alle esigenze dei calciatori e i pantaloncini sono leggermente più corti».

Chiusura affidata al direttore generale del club rossoblù Mario Passetti che, dopo aver portato i saluti del presidente Tommaso Giulini e ringraziato i tifosi per avere dato ancora una volta dimostrazione di grande affetto verso i colori rossoblù, ha annunciato un’importante iniziativa sociale: «Le maglie mostrate nella presentazione di oggi saranno messe a disposizione per un’asta benefica e dopo ogni partita casalinga la maglia del giocatore votato come migliore in campo sarà messa all’asta. Il ricavato sarà devoluto a fine anno per un progetto sociale per il territorio sardo che comunicheremo più avanti».

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In occasione del 77° compleanno di Carbonia, presso la chiesa di San Ponziano in Piazza Roma, questa sera, alle ore 19.00, si terrà il concertoLuci del Natale” dell’Associazione Culturale Mille note e dell’Associazione “Corale Nostra Signora di Bonaria”, con il patrocinio del comune di Carbonia.

Durante il concerto per soprano, mezzo soprano, coro e pianoforte, saranno eseguiti brani classici della tradizione popolare.

Soprano, Elena Schirru

Mezzo soprano, Lara Rotili

Pianoforte, Manuele Pinna

Direttore artistico, Maestro Andrea Cossu

L’ingresso è libero e gratuito.

Chiesa San Ponziano 2008luci del Natale

Il Cagliari, dopo undici anni, retrocede in serie B. Il goal realizzato dal talento italo-argentino Vasquez al 9′ del primo tempo, ha ufficializzato un destino segnato ormai da tempo, in una stagione iniziata male e finita peggio. Con l’addio di Massimo Cellino, la scorsa estate, era finito un ciclo societario durato 20 anni; a distanza di dieci mesi, finisce anche un ciclo tecnico che per diversi anni ha regalato alla Sardegna più gioie che sofferenze sportive, ma da qualche tempo lanciava segnali di sofferenza che non sono stati raccolti per tempo ed hanno finito per segnare in maniera irrimediabile la stagione.

L’addio di Massimo Cellino, un anno fa, probabilmente, non era stato analizzato fino in fondo. Sulla decisione dell’attuale presidente del Leeds hanno influito sicuramente le lunghe traversie burocratiche e giudiziarie che hanno caratterizzato le vicende legate al progetto di costruzione del nuovo stadio, ma non vanno trascurate le motivazioni economiche e, conseguentemente, tecniche.

Oggi fare calcio in Italia è molto difficile. Per una squadra di medio-piccola dimensione qual è il Cagliari, una sana gestione può garantire una lunga permanenza in serie A con bilanci sani e persino utili per chi lo dirige (Massimo Cellino ha più volte ammesso di aver avuto anche utili personali nelle stagioni migliori del lunghissimo ciclo alla guida della società rossoblù, attraverso un contenimento del monte ingaggi e oculate operazioni di mercato), ma quando certi equilibri saltano (a Cagliari è accaduto soprattutto con le operazioni legate al nuovo stadio, tra Sant’Elia, Elmas e Quartu Sant’Elena), i conti non tornano più e condizionano inevitabilmente i risultati in campo.

Nel calcio finiscono i cicli societari e anche quelli tecnici. Il Cagliari ha dovuto spesso “sacrificare” i suoi “pezzi migliori”, quasi sempre costruiti in casa, e lo ha fatto anche alla vigilia di questo campionato di serie A. Le sirene arrivate da più parti per Radja Nainggolan e Davide Astori, respinte per alcuni anni, alla fine sono state accolte ed entrambi sono stati ceduti alla Roma. A metà stagione, anche Victor Ibarbo ha raggiunto la Capitale.

Il problema del Cagliari non è mai stato quello di cedere i migliori, quanto quello di rimpiazzarli con qualche giocatore di esperienza e giovani talenti da valorizzare. Per anni questa formula ha funzionato bene, talvolta benissimo. Quest’anno, sotto la nuova gestione di Tommaso Giulini, erede di Massimo Cellino, questo non è successo. I tanti nuovi acquisti arrivati la scorsa estate si sono rivelati inadeguati a coprire, almeno in parte, il “gap” negativo creato dalle partenze e quelli seguiti al cambio tecnico tra Zdenek Zeman e Gianfranco Zola, non hanno fatto il miracolo, nonostante le concorrenti, Atalanta in testa, abbiano atteso a lungo un’impennata del Cagliari, prima di innestare la marcia giusta (nel caso dei bergamaschi, sotto l’esperta guida dell’ex tecnico rossoblù Eddy Reja) verso la salvezza.

La retrocessione del Cagliari in serie B ha anche altre ragioni tecniche. Le prime riguardano il lento ma ormai evidente calo di rendimento di due “senatori” che hanno dato tanto al Cagliari, Daniele Conti (36 anni, da 16 stagioni a Cagliari) e Andrea Cossu (35 anni, nove stagioni a Cagliari, le ultime otto consecutive), e negli ultimi mesi sono stati impiegati poco. I loro sostituti, purtroppo, in alcuni casi per ragioni anagrafiche e quindi di esperienza, in altre per limiti tecnici, non si sono rivelati all’altezza, almeno nell’immediato, e il rendimento della squadra e i risultati ne hanno risentito.

Altre ragioni riguardano le scelte dei tecnici, tre, per quattro gestioni. Tommaso Giulini, al suo arrivo a Cagliari, ha accarezzato il sogno di ricreare il sogno “Zemanlandia”, con l’ex tecnico della Roma che tre anni fa si rese protagonista di una stagione straordinaria alla guida del Pescara, trascinato in serie A contro ogni pronostico con un calcio spettacolare e redditizio, e lanciò nel calcio italiano ed internazionale tre grandi talenti in erba: Marco Verratti (oggi al Paris Saint Germain, laureatosi ieri campione di Francia al fianco di Zlatan Ibrahimovic ed Edinson Cavani, inseguito dai più grandi club al mondo, Bayern Monaco e Real Madrid in testa), Ciro Immobile (oggi al Borussia Dortmund) e Lorenzo Insigne (oggi al Napoli), tutti e tre nel giro della Nazionale. Il sogno è durato alcune settimane, con alcune gemme (4 a 1 sull’Inter di Walter Mazzarri a San Siro, 4 a 0 all’Empoli di Maurizio Sarri in Toscana e 3 a 3 a Napoli con la squadra di Rafael Benitez) e tante, troppe delusioni. La classifica precaria, determinata probabilmente dalle scelte e dal sistema di gioco del tecnico boemo ma anche e, soprattutto, dalla modestia tecnica dell’organico, e la paura della retrocessione, hanno spinto la società a tentare il cambio, chiamando un ex tanto amato dalla piazza qual è Gianfranco Zola, ma già dalla prima uscita a Palermo (umiliante 0 a 5) si capì che il miracolo sarebbe stato difficilmente realizzabile e, sulla spinta della piazza che non aveva ancora dimenticato il “sogno Zeman”, Tommaso Giulini ha cambiato nuovamente, richiamando il boemo. Ma ben presto anche Zdenek Zeman s’è arreso, lasciando questa volta lui l’incarico ed il terzo tecnico stagionale, Gianluca Festa, quando ormai era tutto compromesso, ha accettato di guidare il “suo” Cagliari nelle ultime giornate, con il proposito di chiudere dignitosamente questa stagione “disgraziata”. Il Cagliari, grazie al lavoro serio e competente del 46enne tecnico di Monserrato, effettivamente, lascia la serie A con due giornate di anticipo ma a testa alta ed ora la società è chiamata a ricostruire tutto per tornare presto in serie A con un nuovo progetto.

Difficilmente il nuovo Cagliari ripartirà da Gianluca Festa che, comunque, con questa breve esperienza probabilmente ha posto le basi per una sua carriera da tecnico e forse un giorno ritroverà la panchina del “suo” Cagliari. Oggi, per ripartire, il Cagliari ha bisogno di una guida esperta, un tecnico che conosce la serie B come le sue tasche e, al tempo stesso, sa lavorare con i giovani. I tecnici che rispondono a queste caratteristiche sulla piazza non sono tanti ed uno di questi, forse il nuovo “sogno numero 1” di Tommaso Giulini, si chiama Giampiero Ventura, 67 anni, una carriera quasi quarantennale alle spalle, oggi al Torino, già a Cagliari dal 1997 al 1999 e dal 2002 al 2004. Dopo quattro promozioni (la prima alla guida del Lecce, con il 3° posto al termine della stagione 1996/97, seguita ad una promozione dalla serie C1; due alla guida del Cagliari, la prima raggiunta con il terzo posto al termine della stagione 1997/98, seguita da un 12° posto in serie A e la seconda con il secondo posto al termine della stagione 2003/2004, dopo l’8° posto della stagione precedente; la quarta alla guida del Torino con il 2° posto al termine della stagione 2011/2012), il tecnico genovese potrebbe essere tentato di concludere la carriera con una nuova promozione, la terza, in una città che lo ha tanto amato e che lui ha amato quasi quanto la sua Genova.

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