5 December, 2025
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«Nonostante i numerosi solleciti scritti (richiesta di assegnazione di un nuovo medico di base o attivazione immediata ASCOT nei Comuni di Giba e Piscinas fatta dai sindaci Andrea Pisanu e Mariano Cogotti il 3 novembre scorso, n.d.r.), la ASL del Sulcis Iglesiente non ha ancora fornito alcuna risposta in merito alla soluzione da adottare per l’assenza del medico di base che, tra Giba e Piscinas, assisteva circa 1.500 cittadini. Una situazione ormai insostenibile, che priva centinaia di persone – tra cui molti anziani e pazienti fragili – del diritto fondamentale all’assistenza sanitaria di base.»
Lo scrive, in una nota, Andrea Pisanu, sindaco di Giba.
«Invitiamo tutti i cittadini interessati – aggiunge Andrea Pisanu – a contattare direttamente la direzione della ASL del Sulcis Iglesiente, per chiedere chiarimenti su come comportarsi per:
– ottenere le prescrizioni dei farmaci (in alcuni casi veri e propri salvavita)
ricevere le impegnative per le visite specialistiche
– trasmettere i certificati di malattia per assenza dal lavoro.
Contatti utili:
Punto URP Carbonia
Dott.ssa Patrizia Meloni
Via Dalmazia n. 83 – Carbonia
0781 6683282
Direzione ASL Sulcis Iglesiente
Via Dalmazia n. 83 – 09013 Carbonia
0781 6681 – 0781 3921
Chiedete di parlare con:
dott. Andrea Marras, Commissario Straordinario
dott. Antonio Pisano, Direttore Sanitario.
La Sanità è un diritto di ogni individuo e un interesse fondamentale della collettivitàconclude Andrea Pisanu -. Non possiamo accettare che venga negato!» 

A 30 giorni dal voto (29 settembre 2025), entrano nel vivo le schermaglie per la presentazione delle candidature a presidente e consiglieri della Provincia del Sulcis Iglesiente (il termine previsto è quello dell’8 e 9 settembre 2025). Alcune settimane fa, 19* dei 24 sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente hanno sottoscritto un accordo per la candidatura alla carica di Presidente del sindaco di Iglesias Mauro Usai, con le seguenti motivazioni.

«Premesso che dopo anni di commissariamento anche in Sardegna si voterà per le Province attraverso il sistema delle elezioni di secondo livello, così come prevede la legge Del Rio varata nel lontano 2014 e che il tema delle elezioni provinciali in queste settimane è stato affrontato dai sindaci della Provincia del Sulcis Iglesiente nella continua ricerca della massima coesione possibile, al di là delle differenze politiche di appartenenza, mettendo al centro prima di tutto gli interessi dei cittadini e delle comunità con tutte le diverse sensibilità che appartengono al questo territorio e che lo rendono variegato ma allo stesso tempo omogeneo;

considerato che, trattandosi di elezioni di secondo livello, la strategia più coerente con le premesse di cui sopra non poteva essere diversa dalla ricerca di un’alleanza tra i Comuni del Sulcis Iglesiente e i suoi sindaci per un progetto di sintesi che tenesse conto dei territori provinciali e delle esperienze dell’ottimo patrimonio politico rappresentato dagli amministratori locali, discutendone in piena libertà convinti che, per la realizzazione del nostro ente intermedio, occorra l’esperienza e la volontà dei primi cittadini, ovvero coloro che hanno realmente le idee chiare su ciò di cui ha bisogno il Sulcis Iglesiente, garantendo, inoltre, la rappresentatività e le sensibilità di tutti i territori della Provincia;

considerato che l’ente intermedio è un ente territoriale di coordinamento degli enti dell’area vasta e che, oltre a tutte le sue storiche competenze, è indispensabile metterlo nelle condizioni non solo di coordinare le politiche del territorio, ma anche di attrarre nuove risorse per il Sulcis Iglesiente, in quanto vero motore di sviluppo;

preso atto dell’assunzione di responsabilità dei Sindaci e delle Amministrazioni comunali, chiamati dalla legge a governare la Provincia e, dunque, ad affrontare una nuova fase, una costituente che getti le basi indispensabili per la piena realizzazione dei propositi di rinascita da sempre anelati;

per tutti questi motivi, i sottoscritti sindaci si riconoscono nella figura del candidato alla carica di Presidente del Sindaco di Iglesias Mauro Usai.»

Sono 5 i sindaci che non hanno sottoscritto l’accordo: Pietro Morittu (Carbonia), Andrea Pisanu (Giba), Paolo Dessì (Sant’Anna Arresi), Angelo Milia (Teulada), Debora Porrà (Villamassargia).

Pietro Morittu, sindaco di una delle due città capoluogo, Carbonia, non si è ancora espresso pubblicamente, anche dopo le sollecitazioni ricevute per una sua eventuale candidatura alternativa alla presidenza della Provincia del Sulcis Iglesiente e, quasi certamente, lo farà il prossimo 3 settembre in Consiglio comunale, nel corso della riunione convocata con due punti all’ordine del giorno:

  1. Comunicazioni del sindaco;
  2. Elezioni provinciali 2025: analisi dei dati preliminari, valutazione e prospettive per la rappresentanza territoriale.

Due dei cinque sindaci che non hanno sottoscritto l’accordo per Mauro Usai, Debora Porrà (Villamassargia) e Andrea Pisanu (Giba), hanno detto di non essere stati coinvolti; Paolo Dessì (Sant’Anna Arresi), presente alla prima riunione, ha detto di non condividere il metodo seguito, senza il coinvolgimento, oltreché dei sindaci, di tutti i rispettivi Consigli comunali.

Il 13 agosto la segretaria di Forza Italia Sulcis Iglesiente Valeria Carta ha rivolto un «appello di Forza Italia per la partecipazione unitaria del centro destra alle elezioni provinciali nel Sulcis Iglesiente. In un territorio dove alle ultime elezioni il centro destra ha rappresentato la forza politica più votata dai cittadini, la nostra coalizione deve unirsi nella competizione delle provinciali. In questa tornata la parola passa a sindaci e consiglieri comunali, ma non dovrebbe ignorare la voce dei cittadini. Perciò, occorre seguire la linea che il nostro segretario Pietro Pittalis ha tracciato a livello regionale: per il Sulcis Iglesiente, crediamo che il centro destra debba partecipare alla competizione provinciale con una lista connotata politicamente, con il contributo di tutte le forze che non si identificano nell’attuale Governo Regionale. Riteniamo anche di dover coinvolgere prioritariamente i sindaci come candidati, poiché sono primi rappresentanti delle comunità locali».

Il 29 agosto quattro partiti della coalizione di centrosinistra che governa la Sardegna, Sinistra Futura, M5S, Orizzonte Comune e Partito Socialista Italiano, hanno sottoscritto un patto elettorale, «per dare al Sulcis Iglesiente un futuro che favorisca un nuovo sviluppo compatibile e il benessere dei suoi cittadini». Non avendo una rappresentanza diretta tra i 24 sindaci, non presenteranno un loro candidato alla presidenza, ma sicuramente una lista di candidati al Consiglio provinciale, con o senza (la legge Delrio consente di presentare una lista senza l’indicazione di un candidato presidente) collegato un candidato alla presidenza.

L’ultima novità è maturata nelle ultime ore, con un appello dei 19 sindaci sottoscrittori dell’accordo a sostegno della candidatura alla presidenza di Mauro Usai (prime firmatarie le sindache), rivolto questa volta al sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, affinché si candidi nella lista unitaria che sostiene la Presidenza, che riportiamo integralmente.

«Noi Sindaci del Sulcis Iglesiente riteniamo che il ritorno alla piena operatività delle Province rappresenti una concreta occasione di rilancio per i nostri territori, dopo dodici anni di commissariamento e di assenza di rappresentanza democratica.

La candidatura alla Presidenza della Provincia nasce da un percorso condiviso, che ha unito amministrazioni con esperienze diverse ma accomunate dalla volontà di costruire un progetto territoriale basato sulla collaborazione, sul superamento dei campanilismi e sul sostegno trasversale delle forze politiche.

In questo percorso riteniamo fondamentale la partecipazione della Città di Carbonia e del suo Sindaco, Pietro Morittu. Carbonia rappresenta il cuore del Sulcis Iglesiente e la sua presenza è indispensabile per garantire unità e rappresentatività al nuovo progetto provinciale.

Per questo chiediamo a te, Pietro, di condividere con noi questo cammino, candidandoti nella lista unitaria che sostiene la Presidenza. La tua esperienza e il tuo ruolo potranno rafforzare non solo la voce della tua città, ma quella dell’intero territorio.

La nuova Provincia dovrà nascere dal lavoro comune, dal confronto e dall’ascolto. Solo così sarà possibile affrontare con serietà le sfide che ci attendono: sviluppo economico, lavoro, infrastrutture, servizi essenziali, tutela ambientale e coesione sociale.

Crediamo che il futuro del Sulcis Iglesiente debba essere scritto insieme, in spirito di collaborazione e responsabilità reciproca. La presenza di Carbonia e del suo Sindaco è, in questo senso, condizione necessaria per costruire un percorso inclusivo e credibile.

Con impegno e unità possiamo restituire alla Provincia il ruolo che le spetta e avviare una nuova fase di sviluppo e fiducia per le nostre comunità.»

  • I sindaci che hanno sottoscritto l’accordo per la candidatura alla carica di Presidente della Provincia di Carbonia il sindaco di Iglesias Mauro Usai sono i seguenti: Laura Cappelli (Buggerru), Antonello Puggioni (Calasetta), Stefano Rombi (Carloforte), Isangela Mascia (Domusnovas), Paolo Sanna (Fluminimaggiore), Pietro Cocco (Gonnesa), Gian Luca Pittoni (Masainas), Sasha Sais (Musei), Antonello Cani (Narcao), Romeo Ghilleri (Nuxis), Gianluigi Loru (Perdaxius), Mariano Cogotti (Piscinas), Ignazio Atzori (Portoscuso), Elvira Usai (San Giovanni Suergiu), Massimo Impera (Santadi), Ignazio Locci (Sant’Antioco), Emanuele Pes (Tratalias), Marcellino Piras (Villaperuccio).

Giampaolo Cirronis

 

 

 

Ieri pomeriggio la sala consiliare del comune di Santadi ha ospitato un incontro tra i sindaci e gli amministratori del Sulcis Iglesiente. All’ordine del giorno c’era la Programmazione territoriale 2025/2027 ed è stato redatto e sottoscritto l’atto di esplicita condivisione degli ambiti di intervento e dei referenti indicati quale gruppo di coordinamento.

«Sono state confermatesi legge in una nota dei sindaci del Sulcis Iglesiente tre direttrici prioritarie dalle quali nascerà un progetto unitario, condiviso dai 23 Comuni del territorio, che verterà sui seguenti ambiti:

  1. Creazione di infrastrutture per la fruizione sostenibile del territorio;
  2. Interventi di recupero e rifunzionalizzazione degli edifici pubblici;
  3. Sviluppo dei servizi turistici e dell’accoglienza.

Per dare seguito operativo a queste linee, è stato costituito un gruppo di lavoro, incaricato di definire le azioni e progettualità concrete da proporre all’interno della strategia territoriale.»

Dopo gli incontri di San Giovanni Suergiu del 16 dicembre 2024 e di Villamassargia del 27 maggio 2025, i sindaci hanno deciso unitariamente di confermare i rappresentanti individuati secondo criterio territoriale di rappresentanza di tutte le Unioni dei Comuni del Sulcis Iglesiente (Metalla e il Mare, Unione dei Comuni del Sulcis e Arcipelago del Sulcis): Pietro Cocco, sindaco di Gonnesa; Andrea Pisanu, sindaco di Giba; Debora Porrà, sindaca di Villamassargia; Stefano Rombi, sindaco di Carloforte, e di integrare la rappresentanza delle città del Sulcis Iglesiente, Carbonia con il sindaco Pietro Morittu e Iglesias coin l’assessore Daniele Reginali.

«La collaborazione tra i Comuni resta il èunto di forza di questo percorso – concludono i sindaci -. L’unità e la con divisione sono fondamentali per affrontare le sfide future e costruire insieme un rilancio duraturo del Sulcis Iglesiente, fondato su sviluppo sostenibile, valorizzazione delle risorse e miglioramento della qualità della vita.»

Da oltre un mese la chiesa parrocchiale di Villarios è chiusa per inagibilità. Il problema si trascinava da tempo. Infiltrazioni nelle pareti e nel centro ,hanno determinato la caduta di intonaco. Così si è arrivati all’intervento dei vigili del fuoco che hanno disposto un provvedimento di chiusura.

Il 16 maggio scorso si è tenuto un incontro, organizzato da un cittadino, Guido Floris, su richiesta di diversi cittadini, al quale hanno partecipato il sindaco di Giba e il parroco, per spiegare come si è arrivati alla chiusura della chiesa e cercare di capire le prospettive di intervento e le modalità di gestione delle funzioni religiose domenicali, catechesi ed eventuali cerimonie funebri, battesimi e matrimoni.

In attesa di sviluppi, le messe vengono celebrate nei locali dell’ex asilo, nella cappella del cimitero o all’aperto lato ingresso casa parrocchiale.

«La chiesa necessita di interventi importanti – spiega il sindaco Andrea Pisanuper i quali occorrono almeno 500.000 euro. Il Comune non dispone di queste risorse e come Amministrazione dovremmo chiedere un finanziamento straordinario alla Regione. Lunedì 23 giugno sentirò la Curia, un loro tecnico dovrebbe predisporre un progetto, in base al quale poter effettuare un’esatta valutazione delle risorse necessarie. Per la fase transitoria, intanto, stiamo intervenendo per la sistemazione del salone parrocchiale, che necessita di piccoli lavori che contiamo di realizzare in tempi brevi.»

Mikel Demiri ha vinto la seconda tappa del 26° Giro delle Miniere 26° Gran Fondo Delle Miniere – Trofeo Parco Geominerario – Memorial Roberto Saurra”. Un appuntamento ormai classico per gli appassionati delle due ruote, che fonde sport, paesaggio e memoria storica in un’esperienza unica nel suo genere. Il ciclista del Team Promotech succede così a Matteo Mascia, punta di diamante della SC Monteponi.
Il percorso. Con partenza ufficiosa e arrivo nello storico piazzale della Miniera di Monteponi a Iglesias, il tracciato è lungo circa 130 chilometri, immerso nei panorami suggestivi del sud-ovest sardo. Una gara che ha messo alla prova le gambe e il cuore dei ciclisti con un’altimetria variegata, fatta di saliscendi continui, tratti tecnici e discese veloci, attraversando Villamassargia, Siliqua, Vallermosa, Gonnosfanadiga, Arbus e Fluminimaggiore per poi fare ritorno ad Iglesias.
La gara. I primi 40 km sono stati caratterizzati da un grande equilibrio, con il tentativo di Fabio Gargiulo, Carlo Socciarelli e Francesco Banti di allungare su tutti gli altri ottenendo un vantaggio di circa 50 secondi. Vantaggio che è stato annullato nei successivi 30 km, rendendo l’epilogo più incerto che mai. Ma dall’ottantesimo chilometro Matteo Mascia, e Andrea Pisanu hanno acceso la competizione fino al momento del duello finale. Dal centesimo chilometro è stata lotta tra Eros Piras e Mikel Demiri, con quest’ultimo che ha avuto più forza nelle gambe per sopportare la fatica dell’ultima salita e conquistare la vittoria in 3h30’10’’683. Dietro di lui, il ciclista del Donori Bike Team si è dovuto accontentare del secondo posto con un distacco di 6’’.
«Percorso bellissimo, molto caldo… Meno male che l’organizzazione dava bottiglie d’acquaha dichiarato il vincitore prima delle premiazioni -. Ringrazio la squadra che mi ha dato una mano sulla salita più lunga. Se me l’aspettavo? Parto sempre con un po’ di stizza ma pensavo di far bene.»
Demiri è diventato il nuovo detentore della maglia bianca, strappata momentaneamente al belga Michel Heydens della ASD Sanetti Sport Grisù. Sembra invece che nessuno potrà toglierla ad Antigone Payne, che ad Iglesias ha bissato il successo ottenuto ieri nella Coppa Città di Villamassargia. La statunitense si è messa alle spalle il Gran Fondo delle Miniere in 3h47’44’’722, con un margine di 3’44’’ dalla seconda classificata Michela Gorini. Sul gradino più basso del podio ha trovato posto Olga Cappiello con un distacco di 14’24’’.
Verso la prossima tappa. Il 26° Giro delle Miniere va avanti domani con la sua terza tappa. I ciclisti dovranno misurarsi con il percorso della “Coppa Città di Pabillonis – Memorial Alessandro Diana”, giunta alla sua nona edizione.
Un circuito veloce lungo 19 km, da ripetere quattro volte. Ci attende una gara molto diversa da quella odierna, ma ancora una volta l’esito è tutt’altro che scontato.

Ordine d’arrivo

1) Mikel Demiri (Team Promotech – MG – K-VIS) 3:30:10.683
2) Eros Piras (ASD Donori Bike Team) + 00:00:06
3) Matteo Bertani (Santini Squadra Corse) + 00:00:55

4) Paolo Morbiato (C.C. Acido Lattico) + 00:01:06
5) Alberto Baesso (ASD Programma Auto) + 00:01:13

Classifica generale maschile
1) Mikel Demiri (Team Promotech – MG – K-VIS) 03:53:35,017
2) Eros Piras (ASD Donori Bike Team) +00:00:28,773
3) Matteo Bertani (Santini Squadra Corse) +00:01:01,186
4) Alberto Baesso (ASD Programma Auto) +00:02:27,480
5) Paolo Morbiato (C.C. Acido Lattico) +00:03:11,946

Classifica generale femminile
1) Antigone Payne (ASD Sanetti Sport Grisù) 04:12:13,981
2) Michela Gorini (Santini Squadra Corse) +00:07:15,967
3) Olga Cappiello (Santini Squadra Corse) +00:17:29,536
4) Kelly Sichi (ASD Cycling Team Zerosei) +00:29:35,380
5) Francesca Pibi (2000 Ricambi) +00:32:48,809

 

Grande partecipazione venerdì 2 maggio, presso la sala riunioni di Sa Marchesa, a Nuxis, in occasione dell’incontro-dibattito organizzato dall’Anmig, associazione nazionale dei mutilati e invalidi di guerra con la collaborazione dello Speleo Club Nuxis, sul tema: “Donne, Guerra, Storia, Cultura e Miniera”.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Nuxis Romeo Ghilleri e del presidente dello Speleo Club Nuxis Roberto Curreli, sono stati numerosi gli interventi dei relatori sul ruolo della donna come madre, moglie, figlia, sorella di uomo che indossa la divisa e parte in guerra, lungo percorso di battaglie, sofferenze e conquiste, ieri oggi e domani.
Oggi la donna indossa la divisa e parte in missione di pace, oggi la donna fa la carriera nelle forze armate, negli enti e nelle istituzioni, oggi la donna fa i lavori più disparati che erano prettamente maschili come quello nella miniera, con la partecipazione di esperti del settore, relatori di prestigio e temi di grande rilevanza. La presenza delle donne nelle Forze Armate è possibile dall’entrata in vigore della legge 380 del 20 ottobre del 1999 che ha allineato l’Italia ai Paesi della NATO, aprendo le Forze armate al reclutamento femminile. La partecipazione delle cittadine italiane al sistema della Difesa nazionale e della sicurezza internazionale si è gradualmente affermata. Oggi nei ranghi delle Forze armate, sono presenti due generazioni di donne, per un totale di oltre 17.000 militari, pari a circa il 6,3% dell’intero organico (dati aggiornati al 31 dicembre 2019). Con la progressione di carriera tra alcuni anni le donne potranno ambire a ricoprire cariche di vertice della gerarchia militare.

La legge n. 380 del ‘99 incaricava il Ministro della Difesa (per le Forze armate e l’Arma dei carabinieri) e il Ministro delle Finanze (per la Guardia di Finanza) di definire annualmente le aliquote, i ruoli, le categorie, le specialità e le specializzazioni per i reclutamenti del personale femminile.

​Sentito anche il parere del Comitato consultivo sul servizio volontario femminile, fu deciso di prevedere, fino al 2006, un limite massimo compreso tra il 10 e il 30% di donne, in relazione alla categoria interessata, a causa della situazione logistico-infrastrutturale degli istituti ed enti esistenti.

​I primi bandi di concorso per il reclutamento nelle accademie militari dell’Esercito, Marina e Aeronautica furono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2000 e prevedevano l’ammissione di non più di 20 donne su 100 candidati. Nel mese di marzo dello stesso anno furono banditi i primi concorsi per ufficiali a nomina diretta già laureati – ingegneri, medici, commissari, sociologi e psicologi – uomini e donne, che dovevano essere impiegati, a partire dal luglio 2001, dopo aver frequentato un corso di circa otto mesi. In assoluto, le vincitrici di questi concorsi sono le prime donne militari in servizio permanente effettivo.

​Nello stesso anno furono banditi anche i primi concorsi per allieve maresciallo presso le scuole sottufficiali di ciascuna Forza armata e, solo per l’Esercito, per volontarie in ferma breve. In via transitoria, per i primi tre anni di reclutamento, i limiti di età per le concorrenti di sesso femminile furono aumentati di tre anni rispetto agli uomini.

​Quasi dieci anni più tardi, per l’anno scolastico 2009-2010, presso le scuole superiori militari delle Forze armate furono previsti, per la prima volta dalla loro istituzione, posti riservati alle concorrenti di sesso femminile.

Nel corso del dibattito, sono intervenuti: Daniela Aretino, archivista e paleografa presso l’Archivio storico di Iglesias; Marta Barabino, avvocata; sorella Isabella Scaramuccia, crocerossina; Domenico Rossi, generale dell’Esercito, ex sottosegretario di Stato della Difesa; Maria Mameli, psicologa e psicoterapeuta; Valentina Orgiu, giornalista; Beatrice Miceli, comandante della stazione dei carabinieri di Gonnesa; Elisabetta Fois, ingegnera alla Carbosulcis; Isangela Mascia, sindaca del comune di Domusnovas; Andrea Pisanu, sindaco del comune di Giba e presidente dell’Unione del Comuni del Sulcis; due giovani donne rappresentanti della Polizia di Stato.

Ha coordinato e concluso i lavori Agnese Delogu, presidente regionale Anmig Sardegna.

Vediamo l’intervista realizzata al termine dei lavori con il generale Domenico Rossi.

 

Attestati di solidarietà stanno arrivando al sindaco di Giba Andrea Pisanu per l’atto vandalico di ieri a Porto Botte.

«Esprimiamo piena solidarietà al sindaco di Giba, Andrea Pisanu, per le gravi scritte apparse nelle scorse orescrive in una nota Giacomo Floris, capogruppo di Carbonia Avanti nel Consiglio comunale di Carbonia -. Ogni forma di intimidazione o violenza verbale è inaccettabile e va condannata senza esitazione.
La politica deve essere confronto leale, non terreno di odio. A nome di Carbonia Avanti ribadiamo la nostra distanza da chi usa l’intimidazione come strumento e rinnoviamo il nostro sostegno ad Andrea Pisanu, certi che continuerà a servire la sua comunità con coraggio.»

L’Amministrazione comunale di Nuxis, insieme all’intera comunità, «esprime piena solidarietà al sindaco di Giba e alla sua collettività per il vile gesto di vandalismo subito».

«In un momento in cui ogni amministrazione è impegnata quotidianamente nel trovare soluzioni e lavorare per il bene della propria comunità, atti come questi rappresentano non solo un attacco personale, ma anche un danno all’intero territorio sottolinea il sindaco Romeo Ghilleri -. Condanniamo fermamente ogni forma di intimidazione.
Il nostro territorio ha bisogno di unità, rispetto e collaborazione per crescere, anche e soprattutto in un settore fondamentale come il turismo, che deve essere valorizzato nel rispetto delle regole e del bene comune. Solo così potremo costruire un futuro sostenibile e positivo per tutti.»
Solidarietà al sindaco di Giba arriva anche dal sindaco di Masainas Gian Luca Pittoni, dal sindaco di Calasetta Antonello Puggioni, la sindaca di Domusnovas Isangela Mascia e il sindaco di Teulada Angelo Milia.

Quale futuro per l’industria nel Sulcis Iglesiente? E’ il tema dibattuto martedì 1 aprile nell’incontro organizzato dalle segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, nell’anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia. All’invito degli organizzatori hanno risposto in tanti: sette sindaci (Pietro Morittu, Carbonia; Ignazio Atzori, Portoscuso; Pietro Cocco, Gonnesa; Debora Porrà, Villamassargia; Paolo Dessì, Sant’Anna Arresi; Andrea Pisanu, Giba, presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Marcellino Piras, Villaperuccio); due consiglieri regionali, Luca Pizzuto di Sinistra Futura e Gianluigi Rubiu di Fratelli d’Italia; amministratori di diversi Comuni del Sulcis Iglesiente; don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; i sindacalisti Franco Bardi (segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale), Simona Fanzecco (CGIL Cagliari), Efisio Lasio (segretario SPI CGIL), Federico Matta (UIL territoriale); lavoratori di varie aziende; rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati; cittadini.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario regionale della FIOM CGIL Roberto Forresu, che a nome delle tre organizzazioni sindacali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, ha esposto le ragioni che hanno portato all’organizzazione dell’incontro, che ha parlato a braccio sulla base del testo che riportiamo integralmente.

«Grazie a tutti per la partecipazione, non era scontata la riuscita di un’iniziativa del genere. Il nostro ringraziamento va a tutti i sindaci del territorio per la disponibilità dimostrata immediatamente, ma soprattutto al sindaco di Carbonia Pietro Morittu per l’accoglienza e l’attenzione dimostrata sin dalla prima richiesta. Noi lo abbiamo scritto nel comunicato, abbiamo la convinzione che l’attenzione dedicata al territorio dalla politica ai massimi livelli, vada ricercata nelle mobilitazioni messe in campo in questo periodo. Contrariamente a quanto pensa qualcuno, non intendo le sole iniziative dei metalmeccanici, ma le metto insieme tutte, a partire da quella che i sindaci hanno promosso alla Portovesme srl, guarda caso qualche giorno prima della venuta dei ministri e della Presidente della Regione Alessandra Todde insieme agli assessori il 27 dicembre 2024. Così come hanno sicuramente dato risonanza i tanti appelli lanciati dalla Chiesa ed in particolare da don Antonio Mura, sempre presente a tutte le iniziative delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Lo sono stati anche i tanti articoli sui giornali e sulle Tv, delle Confederazioni, dalle categorie, direttamente interessate agli accadimenti industriali contemporanei. Perché dico questo? Per sgomberare il campo da equivoci o da alibi, che vogliono assegnare titolo di prim’ordine ai metalmeccanici, colpevoli secondo alcuni, di voler primeggiare in una contesa che in realtà non ci appartiene. Vogliamo primeggiare in una contesa che mette al centro le difficoltà, che parla delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Vogliamo lavorare fianco a fianco con tutti coloro che sentono il problema della decadenza industriale, come un problema proprio e non accettano le imposizioni aziendali, le delocalizzazioni industriali, la mancanza di politica industriale, che ci sta portando a perdere economia nel territorio, abitanti, giovani che sempre più spesso decidono di partire per cercare fortuna, o semplicemente lavoro altrove. Di sicuro abbiamo bisogno di chiarezza su quello che deve essere il futuro industriale del territorio e, allo stesso tempo, abbiamo urgenza che questa chiarezza venga a realizzarsi nel più breve tempo possibile. Perché come andiamo a ripetere da tempo, non esprimersi, o perdere del tempo nel decidere il futuro, equivale a bocciare prospettive di rilancio occupazionale e produttivo. Pensiamo a quanto sta avvenendo nella fabbrica di alluminio primario. Invitiamo tutti a pensare cosa deriva dalla fabbrica di alluminio primario. Qualsiasi prodotto che noi utilizziamo ha a che fare con l’alluminio, pensiamoci, pentole, infissi, telefonini, tv, motorini, biciclette, antenne, qualsiasi cosa ha a che fare con l’alluminio. Pensate che dal 2012 non si produce più un kg di alluminio in Italia. Uno pensa, beh sarà andato in crisi il mercato cosa ci possiamo fare? Eh no, il mercato dell’alluminio non è mai andato in crisi, anzi è sempre rimasto costante. Il Paese Italia ha semplicemente deciso di dipendere totalmente dalle produzioni straniere. Ma col passare del tempo ha fatto anche peggio, ha regalato lo stabilimento ad un privato, la Sider Alloys, anzi non è che l’ha solo ceduto, gli ha dato pure dei soldi, 148 milioni di euro dall’accordo di programma più 20 milioni di euro dall’Alcoa per il riavvio. In 4 anni si dovevano rioccupare oltre 500 persone e tornare alla produzione. Sapete cosa è accaduto? Pandemia, Via, Aia, PAUR, accordo bilaterale, piano industriale stravolto ogni sei mesi, hanno fatto passare sette anni inutilmente, dove di produzione non se ne parla neanche, e dove anziché fare il revamping per rilanciare lo stabilimento si è andati incontro ad uno smantellamento della sala elettrolisi e l’impianto è diventato una discarica a cielo aperto. Dopo la denuncia delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici ai massimi livelli, al prefetto, al MIMIT, all’assessore dell’Ambiente, alla Provincia, hanno cominciato a porre dei sigilli all’azienda. Siamo soddisfatti? Assolutamente no, perché il nostro unico intento è far ripartire quello stabilimento. Ci preoccupa che, nonostante tutto, il 27 marzo scorso sia venuta nuovamente Invitalia a visitare lo stabilimento, lo abbia fatto in compagnia di un’importante società straniera interessata all’acquisizione dello stesso, e dopo due di giri a vuoto, in cui non gli si è fatto vedere nulla di interessante, si torna a casa. Capite che c’è qualcosa nella politica che non funziona? Mesi e mesi a chiedere verifiche, controlli, poi avvengono, e si ricomincia da capo. Vogliamo, pretenderemo, che il 7 aprile prossimo, quando ci sarà una nuova convocazione al MIMIT, il Governo ci relazioni sulla visita in stabilimento, e ci chiarisca del perché una visita di quel valore, non viene affrontata con le dovute attenzioni. Vorrei ricordare che in quello stabilimento dovevano rientrare al lavoro oltre 500 unità, il picco massimo si è raggiunto a ottobre 2023 con poco più di 110 persone, oggi sono diventate meno di 70. Stiamo chiedendo la discontinuità rispetto a quanto avvenuto sino ad oggi. Sider Alloys, secondo noi, non è in grado di far ripartire un bel niente, il Governo assuma rapide decisioni che portino alla sostituzione in tempi brevi dell’attuale proprietà, alla quale non deve essere riconosciuto nessun altro tipo di finanziamento. Che attendono questo cambio, ci sono oltre 350 lavoratrici e lavoratori ancora in mobilità che hanno fatto lotte, subito denunce in conseguenze delle tante battaglie fatte per garantire il rilancio dello smelter di alluminio primario. Portovesme srl. La crisi della Portovesme, non è iniziata il 5 settembre 2024, lo sanno anche i muri, non prendiamoci in giro. Il patto con il territorio la Glencore lo decide quando alla guida dello stabilimento arriva l’attuale amministratore, che con azioni mirate decide di tagliare il personale incorporando determinate lavorazioni che prima erano di competenza degli appalti e vengono assegnate ai lavoratori diretti. Per un tozzo di pane vengono incorporate delle lavorazioni che danno qualcosa in più ai lavoratori ma riducono gli appalti all’interno dello stabilimento. Si passa nel giro di qualche anno da 1.500 lavoratori a 1.200, vengono interrotte le produzioni derivanti dal calcinato, prodotto nei reparti di arrostimento e lisciviazione, si ferma successivamente la linea del piombo, l’azienda nel periodo della pandemia decide di abbandonare le tariffe energetiche agevolate che attraverso accordi specifici le permettevano di avere costi energetici competitivi e passare per sua scelta al mercato del giorno prima. L’energia, non si consumava, c’era la pandemia, la gente era reclusa in casa, non si poteva uscire, i consumi energetici erano ridotti ai minimi termini, l’ente erogatore abbatteva i costi, quasi sino a regalarla l’energia. I profitti di quel momento erano esorbitanti, ma si sapeva che prima o poi sarebbero terminati. Passa la pandemia fortunatamente, ma questo mondo in cui viviamo non si fa mancare nulla, scoppiano le guerre aggiuntive, vicine come non mai, i mercati impazziscono per la mancanza di circolazione delle materie come avveniva precedentemente, i semiconduttori garantiti per le auto non si trovano più, mandando in crisi una delle più importanti filiere mondiali, quella dell’auto. I governi più industrializzati cominciano a interrogarsi sulle facili delocalizzazioni favorite negli anni, ma è tardi, è tremendamente tardi. Le guerre ci toccano da vicino, scelte discutibili impongono piani di investimento sul riarmo, il prezzo dell’energia elettrica torna ad aumentare a dismisura, e coloro che prima si erano avvantaggiati delle scelte derivanti dal mercato corrente, che prima avevano fatto utili a non finire, cominciano a porsi il problema del costo energetico. A come rinunciare volontariamente ad accordi energetici, favorevoli per guadagnare di più, intaschi soldi a palate dalle scelte che hai deciso di portare avanti, e non appena il mercato ti fa pagare il conto sulla tua ingordigia scarichi tutto sulla collettività? Allora diventa inconveniente produrre in Italia, ed ecco che si portano le produzioni di zinco in altri paesi come Spagna e Germania che garantiscono tariffe energetiche migliori delle nostre. Certo anche noi abbiamo bisogno di tariffe energetiche che permettono alle aziende di essere competitive, ma non abbiamo bisogno di aziende, che privatizzano gli utili e condividono le perdite, perché questo è quello che è avvenuto con Glencore. Che porta alla situazione attuale in cui si rinuncia a produrre zinco in Italia. Attenzione, si rinuncia a produrlo attraverso il processo elettrolitico, non si rinuncia alle produzioni attraverso il Waelz, dove vengono bruciati i fumi di acciaieria.

Veniamo al dunque. Quelle scelte, che ripeto, partono da lontano e non dal 5 settembre 2024, ad oggi fanno varcare i tornelli a poco più di 300 lavoratrici e lavoratori. Siamo davanti a un bivio, dettato dalle dichiarazioni dei ministri e della Presidente della Regione, fatte in fabbrica il 27 dicembre 2024, in cui hanno dichiarato strategiche le produzioni di piombo, zinco e alluminio. Vogliamo provare a conservarle davvero queste produzioni o vogliamo permettere che si continui a produrre solo attraverso i fumi di acciaieria, inventandosi i possibili rilanci produttivi derivanti dal litio e dalle black mass, o dalle filiere terminanti il ciclo con le batterie? Quanti anni ci vorranno? Soprattutto delle due l’una: mettiamo insieme due considerazioni: Glencore dichiara di non volere più produrre zinco in Italia e spara l’idea del litio in futuro. Il Governo dichiara che oltre a essere strategica la produzione di zinco, ci sono soggetti definiti importanti interessati allo stabilimento, e che questo non potrà essere fatto a spezzatino (parole del ministro Adolfo Urso), che quindi non ci potranno essere due galli nel pollaio. Quindi o si produce zinco o si punta al litio, tutte e due le cose non si possono perseguire, io propendo per la prima, sapete perché? Perché la seconda è un salto nel buio, perché la prima è un processo noto che occupava almeno mille persone, e vorrei provare a sfidare il Governo a rispettare gli impegni presi, ma il motivo più importante che fa pendere la bilancia verso quella decisione è essenzialmente uno: le imprese d’appalto e tutti i loro lavoratori, non reggono a lungo l’attuale situazione di 20 a lavoro e 80 in cassa integrazione, guardate che questa situazione l’abbiamo già vissuta in Eurallumina ed in Alcoa. Tutte le aziende in appalto sono fallite e noi vogliamo provare a non rivivere una situazione simile. Per questo siamo disponibili a mettere in campo ulteriori iniziative di lotta.

Poi ci sono le situazioni contingenti che sicuramente non sono meno importanti. Abbiamo urgente bisogno dell’arrivo del gas, della soluzione del DPCM Sardegna, perché sono soluzioni che potrebbero rilanciare l’Eurallumina, azienda che è pronta a mettere a correre un investimento imponente di oltre 300 milioni di euro e che permetterebbe l’assorbimento di gran parte della mano d’opera che sta per perdere il lavoro, che soddisferebbe la fame di lavoro delle aziende che fino a ieri hanno lavorato e in regime di monocommittenza in Glencore, e che permetterebbe di far trovare sfogo a nuove occupazione, non più attraverso gli ammortizzatori sociali CHE NON VOGLIAMO PIÙ, CHE SIA CHIARO. VOGLIAMO IL LAVORO! Così come diventa importante il futuro della centrale dell’Enel e fare in modo che continui la ricerca di appalto all’esterno. Con mano d’opera che non viene pagata, proveniente dall’esterno. È quanto sta accadendo in quella centrale. Vogliamo parlare, infine, dell’importanza del dragaggio del porto è di cosa potrebbe scaturire se si riuscisse a puntare sull’opportunità derivante dal polo nautico. Insomma, non solo crisi ma opportunità importanti che bisogna perseguire giorno dopo giorno. Il momento è adesso.»

Sono intervenuti, nell’ordine: don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale il Lavoro della Diocesi di Iglesias; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Luca Pizzuto, consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Futura; Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso; Renato Tocco, segretario territoriale della UILM UIL; Andrea Pisanu, sindaco di Giba e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Giuseppe Masala, segretario territoriale e componente della segreteria regionale della FSM CISL; Manolo Mureddu, assessore dei Lavori pubblici e dell’Ambiente del comune di Carbonia; Giacomo Guadagnini, presidente della commissione Lavori pubblici del comune di Carbonia e consigliere d’amministrazione del Consorzio industriale provinciale Carbonia Iglesias; Mauro Manca (FIOM CGIL,), Massimiliano Lampis, Mauro Usai (RSU CQ-NOL), Luigi Manca, un lavoratore della Portovesme srl in pensione, Elio Cancedda.

Al termine è stato sottolineato che l’incontro è la prima tappa di un nuovo percorso che le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici hanno deciso di iniziare, auspicando la massima unità fra tutte le segreterie e le categorie delle organizzazioni sindacali, le forze politiche e sociali, per rilanciare la vertenza dell’intero polo industriale di Portovesme e restituire al territorio quanto gli è stato tolto in termini di lavoro e quindi di economia, per costruire tutti insieme un futuro migliore a breve, medio e lungo termine, partendo dall’industria e diversificando il tessuto produttivo.

Vediamo le interviste realizzate al termine dell’incontro, in piazza Marmilla, con i segretari Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.

 

 

Carbonia e il Sulcis Iglesiente hanno festeggiato questa sera Antonello Pilloni, neo cittadino onorario di Carbonia, per i suoi 91 anni. Si sono ritrovati in tanti nella sala polifunzionale di Carbonia, per la cerimonia di consegna della pergamena che attesta la cittadinanza onoraria. L’intero Consiglio comunale con il sindaco Pietro Morittu e la Giunta; i sindaci di diversi Comuni del Sulcis Iglesiente; l’assessora regionale della Cultura e Pubblica istruzione Ilaria Portas; i consiglieri regionali Alessandro Pilurzu e Luca Pizzuto; altre autorità civili e militari; la famiglia, dirigenti e funzionari della Cantina Santadi che Antonello Pilloni ha presieduto dal 1976 al 2024.

La cerimonia si è aperta con l’intervento del presidente del Consiglio comunale Federico Fantinel, seguito da quello del sindaco di Carbonia Pietro Morittu che ha letto i messaggi di auguri inviati ad Antonello Pilloni dal cardinale Arrigo Miglio e del vescovo della diocesi di Iglesias Mario Farci, impossibilitati a partecipare per concomitanti impegni pastorali, e ha consegnato la pergamena ad Antonello Pilloni. Il festeggiato, visibilmente emozionato, ha ringraziato tutti, con la proverbiale modestia che lo ha sempre contraddistinto. Si sono susseguiti alcuni interventi: dall’assessora regionale Ilaria Portas, ai consiglieri regionali Alessandro Pilurzu e Luca Pizzuto; ai sindaci di Iglesias Mauro Usai (presidente della Fondazione Cammino Minerario Santa Barbara), di Giba Andrea Pisanu (presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis), di Nuxis Romeo Ghilleri (che ha sottolineato “Antonello resta IL SINDACO DI NUXIS”), di Santadi Massimo Impera. Tutti hanno messo in evidenza quanto fatto da Antonello Pilloni per la valorizzazione dei prodotti del territorio e quanto fatto anche in politica, il tutto proteso all’unità, esempio per le giovani generazioni.

Al termine della cerimonia, nella sala riunioni del primo piano della Torre civica, si è tenuto un incontro conviviale per completare i festeggiamenti di Antonello Pilloni.

Antonello Pilloni è figlio di Antonio, classe 1895 e di Doloretta Pubusa, classe 1904, entrambi originari di Nuxis. E’ nato il 28 marzo 1934, unico maschio di tre figli. Ha frequentato le scuole elementari a Nuxis e poi ha lavorato con i genitori nell’allevamento del gregge di capre. Il 1° settembre 1951 la famiglia si trasferì a Carbonia, dove il padre Antonio acquistò un negozio di generi alimentari. Il 1° maggio 1955 ne acquistò un altro, alla cui gestione badava il 21enne figlio Antonello. Nel mese di ottobre successivo Antonello accettò la proposta di fare il commerciante per la “Ferrero”, lavoro che lo impegnò a tempo pieno e che portò avanti fino a tutto il 1959. Alla fine degli anni ’50 Antonello Pilloni sposò la signora Luciana, compaesana, originaria di una famiglia di allevatori di pecore e bovini e proprietari di terreni agricoli. Dal matrimonio nacquero tre figli: nel 1961 Patrizia, nel 1965 Cristina e nel 1969 Luca che gestisce l’enoteca di via Oristano, a Carbonia.

Conclusa l’esperienza con la Ferrero, Antonello Pilloni lavorò per la Simmenthal e la Curtiriso fino al 1968, l’anno successivo impiantò i primi 13 ettari di vigna con i vitigni autoctoni Monica e Nuragus, nei terreni di sua moglie Luciana, ancora oggi in produzione.

Nonostante il lavoro lo impegnasse tanto, Antonello Pilloni fin da giovanissimo si interessò alla politica e appena 18enne, nel 1952 entrò nel movimento giovanile di Carbonia del Partito sardo d’Azione guidato da Mario Granella (ricordato anche nel suo intervento odierno) e dopo qualche anno venne eletto segretario della federazione del Sulcis ed entrò nel comitato regionale. L’impegno in politica lo portò a ricoprire per 12 anni l’incarico di presidente della Comunità Montana e per ben 38 anni quello di sindaco del comune del suo paese di nascita, Nuxis. Ha lasciato la politica attiva nel 2003.

Dopo i primi dieci anni da sindaco di Nuxis, nel 1976, Antonello Pilloni iniziò un’altra straordinaria esperienza, quella di presidente della Cantina sociale di Santadi. Fu l’allora presidente Peppino Sais a proporgli di rilevarne il testimone e lui, dopo un’iniziale titubanza, accettò. La sua presidenza è durata 48 anni! Quasi mezzo secolo di lavoro che ha creato un’eccellenza assoluta, il carignano, con la produzione di vini di altissima qualità esportati ed apprezzati in tutti i continenti. Il 25 luglio 2007 è stato costituito il Consorzio di Tutela Vino Carignano del Sulcis per la valorizzazione dei vini a denominazione di origine controllata (doc), presieduto da Antonello Pilloni.

Le notizie sulla biografia di Antonello Pilloni sono tratte dal volume Terroir Sulcis, pubblicato dalla Cantina Santadi in occasione dell’evento di promozione del Carignano del Sulcis Doc e della sua filiera, organizzato nell’ambito del progetto “Enotria: percorsi e paesaggi del vino” e della strategia di sviluppo enoturistico del territorio, il 14 luglio 2024.

Il campo Comunale di Giba ospita alle 16.00 la finalissima della 33ª Coppa Capodanno per giovanissimi, torneo organizzato dalla delegazione di Carbonia Iglesias della Lega Nazionale Dilettanti. A contendersi la Coppa saranno il Carloforte e la Marco Cullurgioni Giba, impostesi in semifinale rispettivamente al Carbonia (2 a 1) e all’Astra Carbonia (6 a 1).

La fase finale del torneo è stata organizzata con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Giba guidata dal sindaco Andrea Pisanu.