28 April, 2024
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Province, gli assessori Erriu e Paci incontrano gli amministratori

Gli assessori regionali degli Enti locali e della Programmazione, Cristiano Erriu e Raffaele Paci, questa mattina hanno incontrato gli amministratori straordinari delle province di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, rispettivamente Guido Sechi, Costantino Tidu, Massimo Torrente e Giorgio Sanna, per discutere delle criticità finanziarie dei quattro enti di secondo livello. Alla riunione hanno partecipato anche il presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale, Francesco Agus.
I quattro amministratori hanno rappresentato uno scenario complesso, aggravato dai tagli statali e soltanto in parte alleviato dall’intervento della Regione con cospicue risorse.
«Pur avendo chiuso in pareggio i bilanci 2017, con la sola eccezione della provincia di Nuoro, gli enti – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu – non hanno più fondi disponibili per garantire alcune funzioni, come il trasporto degli studenti disabili delle scuole secondarie di secondo grado e lo sfalcio delle pertinenze stradali. Inoltre, non si riesce più a provvedere al mantenimento dei livelli occupazionali delle società in house. È a rischio la copertura per le spese correnti e i servizi essenziali, anche alla luce del mancato turn over del personale.»
«Ho preso nell’Aula del Consiglio regionale l’impegno formale per una variazione di bilancio a favore delle Province, in modo da garantire il funzionamento dei servizi per i cittadini – ha detto l’assessore Raffaele Paci -. Le difficoltà finanziarie purtroppo ci sono e le ha anche la Regione, così come tutti gli Enti collegati, a causa delle sempre più frequenti e inaccettabili decisioni dello Stato di fare tagli, ultimo esempio quello del trasporto disabili di cui ovviamente ci siamo immediatamente fatti carico anche se non è una spesa che spetta a noi. Stiamo già facendo una ricognizione per cercare risorse che non sono ancora state impegnate, contemporaneamente stiamo lavorando alla nuova manovra che vogliamo approvare entro dicembre in modo da non ricorrere all’esercizio provvisorio e dare così certezza di spesa a tutti, confermando completamente gli stanziamenti per gli enti locali: entro una decina di giorni la variazione di bilancio per le Province sarà pronta – ha concluso Raffaele Paci -, in modo da garantire le spese correnti e i servizi essenziali, contemporaneamente affrontiamo il tema nella finanziaria regionale e spingiamo perché si faccia lo stesso a livello nazionale.»

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Nuova manifestazione di protesta della RSU della Portovesme srl che ha occupato l’ufficio dell’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna, Giorgio Sanna, in via Mazzini, a Carbonia, per sollecitare l’approvazione della proroga per lo smaltimento di ulteriori 25.000 tonnellate di scarti di lavorazione nella discarica di Genna Luas, necessaria ed indispensabile in attesa del via libera al progetto della nuova discarica che tarda ad arrivare.

La RSU e le rappresentanze sindacali dei lavoratori sono fortemente preoccupati, perché i tempi lunghi delle procedure autorizzative stanno rischiando di portare alla fermata degli impianti, con conseguenze drammatiche in un territorio già alle prese con una crisi gravissima che pone a rischio la sopravvivenza di un intero territorio.

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L’assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano, è stata sentita in audizione dalla commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale sulla Portovesme srl.

«La Regione sta seguendo con la massima attenzione l’iter per l’autorizzazione della nuova discarica degli scarti di lavorazione della Portovesme srl – ha assicurato Donatella Spano -. La procedura va avanti dopo l’ultima Conferenza dei Servizi sono stati chiesti chiarimenti e integrazioni alla Portovesme Srl sulla richiesta di costruzione di una nuova discarica. Il tavolo istituito presso la presidenza della Regione si è riunito più volte per l’esame di alcuni aspetti tecnici. La Regione si è fatta carico di riunire anche gli altri componenti della Conferenza dei Servizi (Arpas, Ufficio Tutela del Paesaggio, Lavori pubblici). C’è un continuo monitoraggio sull’andamento dell’iter. La Portovesme Srl ha ricevuto una nota con richiesta di integrazioni al progetto, lo scorso 5 giugno. Entro 90 giorni dovrà presentare la nuova documentazione. Una volta esaminate la carte potrà essere convocata la nuova Conferenza dei Servizi che dovrà esprimersi sulla valutazione di impatto ambientale. C’è il nostro impegno, vista la rilevanza della partita, a chiudere la procedura in tempi rapidi.»  

In attesa della nuova discarica, la Portovesme srl dovrà adesso trovare una soluzione transitoria per il conferimento degli scarti di lavorazione. Il vecchio sito di Genna ‘e Luas è in via di esaurimento e potrà ricevere rifiuti per altri due/tre mesi.

In campo ci sono tre ipotesi: 1) il conferimento degli scarti di lavorazione a discariche private; 2) l’ampliamento del 9° anello della vecchia discarica; 3) l’utilizzo delle vasche presenti all’interno dello stabilimento.

La prima ipotesi sembra quella meno percorribile. Non piace all’azienda per gli alti costi dell’operazione e non offre certezze sulla continuità produttiva.

Più realistiche le altre due soluzioni. La prima prevede l’abbancamento in deroga di 25mila tonnellate di rifiuti nella vecchia discarica. Basterebbe una semplice autorizzazione dirigenziale della provincia del Sud Sardegna. «E’ una richiesta legittima che l’ente intermedio è pronto a soddisfare – ha detto il commissario straordinario della provincia del Sud Sardegna, Giorgio Sanna – il conferimento di questa quantità di rifiuti garantirebbe all’azienda un mese di autonomia. E’ poco ma consentirebbe  di allungare i tempi in attesa della conclusione dell’iter autorizzativo della nuova discarica». La seconda soluzione richiede invece l’aggiornamento dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) di competenza del ministero dell’Ambiente. La Portovesme Srl ha presentato una richiesta formale di riesame dell’Aia il 27 giugno scorso. «Il Ministero sta seguendo la vicenda – ha detto l’assessore Spano – il ministro ha assicurato massima attenzione. E’ stato nominato il responsabile del procedimento e si sta perfezionando il gruppo di lavoro. Dal 28 giugno sono scattati i 30 giorni di tempo per la presentazione di osservazioni da parte del pubblico. Una volta trascorsi i termini si potrà avviare il percorso per la conclusione dell’istruttoria».

L’utilizzo delle vasche consentirebbe alla Portovesme srl di conferire gli scarti di lavorazione per altri tre mesi. Sommando lo spazio ancora disponibile nella vecchia discarica in esaurimento, l’abbancamento straordinario e il conferimento nelle vasche, sarebbero quindi assicurati altri sei mesi di continuità produttiva. «La speranza è che l’iter si concluda entro i tempi previsti – hanno detto i consiglieri Cesare Moriconi (Pd) e Gianluigi Rubiu (Udc) – il Sulcis e la Sardegna non possono permettersi di perdere un’industria strategica».

Continuità produttiva auspicata anche dal presidente della Commissione, Luigi Lotto, che ha invitato tutte le parti in causa a lavorare per una soluzione positiva della vicenda.

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L’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna è stato ricevuto dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu per l’attuazione delle decisioni assunte nel corso della Conferenza permanente Regione-Enti locali del 26 giugno scorso. La Conferenza si è espressa, tra gli altri argomenti, in merito al riparto del Fondo Unico tra Province, Città metropolitana di Cagliari e Unioni di Comuni.
Giorgio Sanna ha evidenziato come la vigente normativa, che regola la ripartizione del Fondo attribuendo il 40% delle risorse in parti uguali a ciascun ente e il restante 60% in relazione alla popolazione residente, penalizzi fortemente il territorio della Provincia del Sud Sardegna. Se si effettua un confronto con la precedente modalità di ripartizione del Fondo (anno 2016), infatti, la quota del 40% veniva ripartita sulla base degli enti allora esistenti (otto) mentre l’attuale ripartizione si basa su un numero ridotto di enti (cinque quattro Province e la Città metropolitana). Questo fatto comporta, rispetto alla precedente ripartizione, una sensibile penalizzazione di quegli enti che si sono formati dalla inclusione di due ex Province. Una penalizzazione che viene addirittura esasperata nell’unico caso – appunto quello del Sud Sardegna – in cui la nuova Amministrazione si è formata dall’inclusione di tre enti territoriali.
«Un problema che ci è ben noto da tempo e che abbiamo analizzato a fondo nella Conferenza permanente – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu durante l’incontro con Giorgio Sanna -. In realtà le quote spettanti a ciascun ente, sulla base del sistema di ripartizione previsto per il 2017, alla luce dell’attuazione della legge regionale 2/2016 genera evidenti sperequazioni tra gli enti di area vasta. Quello maggiormente colpito è senza dubbio la Provincia del Sud Sardegna. Ne consegue che questo stato di cose determina la difficoltà di garantire un adeguato livello di erogazione dei servizi e delle funzioni fondamentali in capo alla stessa Provincia.»
Cristiano Erriu ha poi precisato che il criterio seguito per la ripartizione del fondo a favore delle Province fa riferimento a quanto disposto dal legislatore regionale ma prende atto di questi aspetti critici rispetto ad un corretto criterio di perequazione, così come auspicato dal nuovo assetto degli enti locali istituito dalla legge di riordino.

«È necessario trovare in tempi stretti gli adeguamenti normativi e organizzativi indispensabili al riequilibrio degli enti territoriali, anche in vista dell’ormai imminente convocazione delle elezioni provinciali, con gli organi eletti che saranno chiamati a gestire gli enti» ha concluso l’assessore Cristiano Erriu, il quale si è impegnato a portare questo argomento all’attenzione della Conferenza Regione-Enti locali nella riunione in programma domani.

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La sala convegni del Centro ricerche Sotacarbo ha ospitato questa mattina un incontro organizzato dal coordinamento del Piano Sulcis, d’intesa con l’assessorato regionale della Programmazione, che ha coinvolto i principali soggetti di ricerca che hanno ricevuto, nel corso degli ultimi anni, un importante impulso alla crescita delle attività, grazie alle risorse rese disponibili attraverso il Piano Sulcis.

Il Piano Sulcis veicola, su base pluriennale, oltre 43 milioni di euro verso la ricerca e 5 milioni di euro per lo sviluppo delle competenze. A questi si aggiungono altri rilevanti stanziamenti per investimenti in ricerca, localizzati nel Sulcis, per esempio per il progetto ARIA, non compresi nel Piano ma estremamente affini a questo per contenuti ed obiettivi.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda; il Magnifico rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo; il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; tecnici del Centro regionale di Programmazione; il presidente della Sotacarbo Alessandro Lanza; il presidente della Carbosulcis Antonio Martini; l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna; il deputato Francesco Sanna; i consiglieri regionali Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu; alcuni sindaci dei Comuni del territorio. I lavori sono stati conclusi dall’intervento dell’assessore del Bilancio e Programmazione nonché vicepresidente della Giunta regionale, Raffaele Paci.

Nel corso dei lavori, abbiamo intervistato il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; e l’assessore del Bilancio e Pdella rogrammazione Raffaele Paci.

               

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La RSU Eurallumina nella giornata di ieri ha partecipato ad alcuni incontri istituzionali.

Presso l’assessorato regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, i lavoratori hanno incontrato l’assessore Cristiano Erriu e l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Al palazzo regionale di viale Trento, il commissario del Parco geominerario  Giovanni Pilia ed il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi. A seguire, l’amministratore della provincia Sud Sardegna Giorgio Sanna. E, infine, all’assessorato dell’ Ambiente, il capo di gabinetto dell’ente Franco Corosu.

«L’obiettivo – sottolinea la RSU Eurallumina – era fare il punto, a seguito di preventive costanti interlocuzioni, sul corrente stato procedurale.»

I dettagli e le comunicazioni inerenti agli incontri, verranno esposti nel corso dell’assemblea informativa, convocata per martedì 23 maggio 2017, alle ore 9,30, presso la sala mensa dello stabilimento che verrà inaugurata nell’occasione.

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Graziano Lebiu, presidente IPASVI di Carbonia Iglesias, prende posizione sulla vertenza AIAS, con una nota inviata al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru; all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; alla presidente AIAS Sardegna, Paola Randazzo; ai sindaci di Carbonia Paola Massidda e Iglesias Emilio Gariazzo; all’Unione dei Comuni del Sulcis Iglesiente; e, infine, all’ammistratore straordinaria della provincia del Sud Sardegna, Giorgio Sanna.

«E’ di ieri la pubblicazione di una nota e di una tabella riepilogativa dei crediti che l’AIAS vanterebbe nei confronti degli EE.LL. ivi ricompresi – scrive Graziano Lebiu -. Non è nel merito della consistenza o sussistenza di quanto dichiarato che possiamo o vogliamo entrare. Intendiamo, piuttosto, riaffermare il principio da noi espresso nell’audizione del 9 marzo scorso in IV commissione consiliare del comune di Carbonia:La dignità ed il decoro dei professionisti della salute si misura anche con il pieno riconoscimento economico del servizio reso, diritto del tutto indipendente dalle paventate difficoltà economiche se ASL, Regione ed assessorati ed istituzioni, non corrispondessero quanto all’AIAS eventualmente ancora dovuto, o se i finanziamenti comunque ricevuti fossero stati diversamente amministrati”.

Il buon padre di famiglia, se ha difficoltà economiche:

non acquista, aliena

non si amplia, accorpa

non si avventa, pianifica

non divide, unisce

non contrae nuove obbligazioni, onora le precedenti

condivide quali spese tagliare e cosa mantenere, non impone.

E questo varrebbe anche per il buon imprenditore e il suo piano “industriale”, perché gli impegni nei confronti di molti, quando questi molti rincorrono le determinazioni del management e diventano narrazione, rischiano di essere chiamati affermazioni insincere.

L’eccesso mediatico di questi giorni insegna, scolpisce, chiarisce: siamo tutti al punto di non ritorno, chiamati a discernere le parole dai fatti, e i fatti dalle responsabilità diffuse.»

«Non possiamo più sostenere e permettere che qualcuno lanci la pietra e nasconda la mano, che si possa paventare di fare cassa evitando le retribuzioni e tagliando sul personale, che un bilancio comunale regga alla prova dei revisori dei conti eludendo i pagamenti, che gli effetti annuncio rimangano nella fase embrionale – aggiunge Graziano Lebiu -. Perché di questo trattasi: effetti annuncio, senza distinzione della fonte che li ipotizza. Ma non si sono fatti i conti con la tenacia dei protagonisti e con le loro suggestioni, paradossalmente più tangibili di qualunque altra “verità” sulla vicenda: i professionisti della salute sono costretti a fare i conti con la realtà che non è la “verità” proposta da una tabella o dalla sua confutazione: sono allo stremo non tanto delle forze, ma della fiducia in chi legge.»

«Nell’emergenza AIAS tutti o, comunque, molti continuano a separare sorprendentemente i fatti (comprese derive manageriali ed esiti di recenti sentenze) dalle frasi scritte e parlate, che ipotizzando soluzioni virtuali per il breve e medio periodo, consegnano alla comunità sociale economica politica del Sulcis Iglesiente una sola sintesi: inaffidabilità nella gestione della vicenda – sottolinea ancora il presidente di IPASVI Carbonia Iglesias -. Le istituzioni avrebbero dovuto ingaggiare da tempo un diverso confronto anche aspro con l’AIAS per ottenere l’assunzione della loro piena responsabilità nella programmazione e della gestione dei fini statutari dell’associazione, chiederne conto, documentarne le criticità, verificare il mantenimento del possesso dei requisiti per convenzioni ed accreditamenti. Per tutta risposta rispetto a tale sorvolante trattamento istituzionale, con impietosa ma studiata veemenza si è giunti persino a sottoporre a procedimento disciplinare decine di operatori, fino ad accusarli di aver potuto pesare sulle economie dell’azienda per aver ricorso all’art. 1676 del Codice Civile. Additati come il vulnus, il capro espiatorio, la madre dell’impasse. Professionisti della salute che invece di rappresentare una soluzione per il superamento del contesto se ancora ed in prospettiva messi nella condizione di rendere un servizio socio sanitario difficile, importante, sostitutivo, necessario, utile, invidiabile ed invidiato, sono visti come un impedimento ed il problema nelle falle di bilancio. Così facendo, si è messa nella parte del torto, alitando sulla fiamma della pubblica indignazione, pur provando a difendere se stessa con la divulgazione della tabella dei crediti, dopo anni di stasi rispetto a quanto solo oggi reso di pubblico dominio.»

«Chi segue i pagamenti e la contabilità? Chi nomina i responsabili dei procedimenti? Chi assume chi? Chi assume dove e quando? Chi gestisce le strutture, i servizi e l’assistenza? Siamo al conflitto istituzionale, e a farne le spese, come al solito, saranno i cittadini stretti nella morsa dell’inefficienza a guardare oltre e del rischio di restare privi di punti di riferimento. Le espressioni di sdegno, gli scongiuranti appelli verbali e ad orologeria per salvare l’eccellenza nel campo dell’assistenza ai disabili presenti nella nostra provincia e nel territorio, non bastano più. E’ complicato recuperare la profonda sfiducia che si è ormai impossessata della comunità civica e professionale, soprattutto di coloro che sono costretti a recarsi al lavoro senza prospettiva ma volendo essere comunque presenti in turno, e non di meno di quanti subiranno le misure della disorganizzazione, della penuria di personale, dei livelli di assistenza e delle conseguenze di eventuali illeciti. L’onere e l’onore di recuperare le piene agibilità per gestire la vertenza AIAS – conclude Graziano Lebiu – non passa per un parziale tavolo sindacale, pur  conclamato il diritto di invocarlo.»

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Nasce un nuovo comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente. Il dibattito sulla riforma degli enti locali negli ultimi mesi si è fatto sempre più acceso ed è stato rinvigorito dalla decisione della Giunta regionale di istituire a Cagliari una sede operativa della neonata provincia del Sud Sardegna, presentata dall’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu e dall’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna.

La schiacciante vittoria del NO al referendum sulla riforma costituzionale, con la crisi di governo con le successive dimissioni del Premier Matteo Renzi e l’elezione di un nuovo governo guidato dall’ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha portato alla bocciatura del progetto di riforma del sistema delle autonomie locali che prevedeva la cancellazione delle province. La Sardegna, lo ricordiamo, aveva fatto da apripista il 6 maggio 2012, cancellando con i 5 referendum abrogativi regionali, le province di Carbonia Iglesias, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e di Olbia Tempio. In quella occasione votarono 525.661 sardi, il 35,51% degli aventi diritto, con il 65,98% di Sì. Nel Sulcis Iglesiente si recarono alle urne 37.807 dei 119.898 elettori aventi diritto, il 31,53%. Successivamente, il 4 febbraio dello scorso anno, il Consiglio regionale ha approvato la legge 2 di riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna che ha istituito la città metropolitana di Cagliari e una quarta provincia, quella del Sud Sardegna, che si è aggiunta alle tre province “storiche” rimaste in vita: Sassari, Nuoro e Oristano. La provincia del Sud Sardegna include un territorio vastissimo che si estende dall’estremo confine sud occidentale all’estremo confine sud orientale dell’Isola, fino alle parti più meridionali della Barbagia. Complessivamente 107 Comuni che hanno storia ed interessi profondamente differenti tra loro e costituiscono una vasta area della Sardegna per niente omogenea, come invece dovrebbe essere un ente intermedio.

Il 4 dicembre, nella consultazione per il referendum costituzionale, in Sardegna hanno votato 859.158 elettori di 1.375.735 aventi diritto, con 616.791 No (72,22%) e 237.280 Sì (27,78%). Una stragrande maggioranza dei sardi, con il voto, ha deciso che la Costituzione non va cambiata e, conseguentemente, che le province non devono essere cancellate. I numeri, dunque, dicono che le quattro province sarde sono state abolite per volontà di circa il 24% dei sardi (il 65,98% del 35,51% dei votanti ai referendum regionali del 6 maggio 2012), mentre il 72% del 62,45% degli elettori che il 4 dicembre si sono recati alle urne per votare i referendum costituzionali, quasi il 45% dei sardi, hanno deciso che le province devono restare in vita.

In questo acceso dibattito, creato intorno al ruolo delle province e ai numeri, si inserisce l’iniziativa di un gruppo di cittadini che stamane ha presentato, nella sala riunioni del Bar Centrale 38, a Carbonia, il Comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente e per il decentramento degli uffici e dei servizi pubblici regionali e statali, al fine di proporre la modifica della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016 sul “riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”, attraverso una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, con una raccolta di 15.000 firme. All’incontro era presente Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis.

Al termine del breve incontro, abbiamo intervistato uno dei promotori, Mauro Pistis.

  

 

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«Servizio di recupero della fauna selvatica fermo dal primo gennaio 2017. Nell’ex Provincia di Carbonia-Iglesias l’affidamento del pronto soccorso e assistenza veterinaria della fauna selvatica terrestre in difficoltà (mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, spesso da proteggere e preservare) è in stand-by a causa delle lungaggini burocratiche scaturite dalla nascita della Provincia del Sud Sardegna. Lo stesso servizio non è operativo nemmeno nel territorio dell’ex Provincia del Medio Campidano, inglobata, insieme a Carbonia-Iglesias, nella neonata Sud Sardegna.»

A sostenerlo è Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna.

«Il punto – aggiunge Ignazio Locci – è che le risorse certamente non mancano, visto che nel gennaio scorso è stata bandita una gara, poi andata deserta, per per l’affidamento delle mansioni di cui sopra. E oggi, quasi a metà marzo, a tre mesi dall’interruzione, l’ente non ha bandito la nuova gara d’appalto. E non si capisce per quale motivo gli uffici competenti non abbiano ancora proceduto con la gara pubblica. Si tratta di prestazioni di fondamentale importanza, che si affiancano al lavoro svolto dal Corpo Forestale, al quale ora è però lasciato l’onere di provvedere interamente alla cura e al soccorso della fauna selvatica. A questo punto – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale -, vorremmo sapere quando il commissario Giorgio Sanna intende procedere con il bando e assicurare così un servizio indispensabile per l’intero territorio»

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«Abbiamo ritenuto necessaria l’apertura di una sede operativa multiservizi per non accentrare tutto in un’unica località, distante dalle zone più periferiche della provincia del Sud Sardegna. È una scelta che vuole venire incontro alle esigenze degli utenti e che non vincolerà in alcun modo il presidente e il Consiglio che saranno eletti nei prossimi mesi, i quali potranno adottare opzioni differenti: vale per questa Provincia come per tutte le altre presenti in Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, poco prima del tradizionale taglio del nastro negli uffici di via Giudice Guglielmo, a Cagliari. Poi, in risposta a chi polemizza per questa scelta, ha spiegato: «Chi fomenta gli animi, mette uno contro l’altro i territori dell’intera provincia, che di fatto accorpa tre realtà omogenee ma distanti geograficamente tra di loro. Bisogna ragionare per unire i 107 Comuni che la compongono, non per dividerli ma pensando ad un assetto organizzativo in grado di rispondere alle aspettative dei cittadini».
L’assessore Erriu ha sottolineato «l’importanza della presenza del sindaco metropolitano Massimo Zedda (al fianco dell’amministratore straordinario Giorgio Sanna) perché simboleggia l’apertura della Città Metropolitana verso i territori confinanti, come è d’altronde nello spirito della legge Delrio». E poi ha ricordato che questo ente, come pure la Città Metropolitana, «ha un bilancio sano e gambe forti per camminare. E questo grazie anche alla battaglia vinta nelle scorse settimane contro lo Stato, con Anci e Cal compatte nel sostenere le istanze della Regione. Tra qualche mese, subito dopo le Amministrative, si terranno le elezioni di secondo livello che daranno la corretta rappresentanza politica ai territori delle Province».