20 April, 2024
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Martedì 23 novembre alle 18,30 e alle 20,30, a Cagliari, nella sede della Fondazione di Sardegna, sarà presentato Dove nasce il vento, opera prima del regista cagliaritano Francesco Tomba.

Nato da un’idea di Rosi Giua e prodotto dall’associazione Tusitala, Dove nasce il vento è un docufilm che segue il ritorno di Rinaldo nell’isola dell’Asinara.

Rinaldo parte dalla sua casa insieme alla moglie Ottavia, e il ritorno dopo tanti anni nell’ex colonia agricola, oggi Parco Nazionale, è per lui un tuffo nella memoria tra il profumo dell’elicriso, gli asinelli, e il ricordo dei detenuti con cui ha condiviso un frammento della sua vita e il suo lavoro di pastore “sconsegnato”.

Ne emerge il quadro di un’isola che nel tempo ha cambiato vocazione più volte, ma emergono anche il riscatto di un uomo – e della sua compagna di vita -, la necessità di tenere vivo il dibattito civile, culturale e sociale sulla questione carceraria in Italia, considerata alla luce delle condizioni d’incuria, di sovraffollamento e d’inattività che si registrano nei penitenziari.

Alla fine di ciascuna proiezione, Alessandra Piras, esperta di cinema e direttrice artistica dell’associazione culturale Tina Modotti, dialogherà con il regista Francesco Tomba, i protagonisti e il pubblico.

Il giorno dopo, mercoledì 24 novembre, Dove nasce il vento sarà proiettato nella Casa Circondariale Ettore Scalas di Uta.

 

I carabinieri della stazione di Carbonia ieri hanno arrestato per detenzione abusiva di un’arma clandestina e relativo munizionamento un sessantanovenne, senza fissa dimora, di fatto domiciliato presso in città, disoccupato con precedenti denunce a carico. L’uomo era stato fermato nella mattinata durante un posto di controllo, mentre era alla guida di una Renault Megane e, sottoposto a perquisizione personale, era stato trovato in possesso di una pistola a tamburo, del tipo scacciacani di libera vendita, modificata, tanto da essere resa idonea allo sparo, carica inoltre di 5 cartucce calibro 32. La perquisizione veicolare ha inoltre permesso di rinvenire ulteriori 46 cartucce del medesimo calibro. In relazione a tali circostanze, l’uomo è stato arrestato e tradotto presso la casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

I carabinieri di Iglesias ieri sera hanno arrestato un 46enne per maltrattamenti in famiglia. L’uomo, poco prima, all’interno della propria abitazione, in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di alcool, aveva minacciato di morte la 76enne madre convivente, brandendo platealmente al suo indirizzo un coltello a serramanico della lunghezza totale di 30 cm. L’uomo, che alla vista dei militari non ha opposto resistenza e ha cessato dalle proprie anomale esternazioni, è stato condotto in caserma, fotosegnalato, e quindi tradotto presso la casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta. La storia dei maltrattamenti alla madre è ormai vecchia ma, nella circostanza, l’uomo aveva davvero passato il segno. Più volte “perdonato” dalla madre, ha continuato a tormentarla. Potrebbero intervenire, nei suoi confronti, provvedimenti cautelari da parte dell’autorità giudiziaria che valuterà la vicenda.

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Una 41enne di Capoterra, domiciliata ad Iglesias, è stata arrestata dai carabinieri della locale Stazione, in collaborazione con quelli del Radiomobile della locale Compagnia, in ottemperanza di un ordine per la carcerazione, trasmesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, dovendo espiare la pena di 1 anno di reclusione, poiché giudicata colpevole del reato di furto in abitazione, commesso a Capoterra il 9 novembre 2016. Dopo la notifica del provvedimento e la redazione dei relativi atti, la condannata è stata tradotta presso la casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta.

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Un 40enne di Carloforte, già sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, è stato arrestato dai carabinieri, in ottemperanza al decreto di sospensione della misura alternativa concessa a suo tempo all’interessato dall’Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Cagliari, in seguito all’aggravamento della misura scaturita dalla denuncia in stato di libertà per essere indebitamente uscito dalla propria abitazione. 

Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta.

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Dopo aver causato la fuoriuscita di strada della propria auto, si è opposto agli accertamenti etilometrici, poi ha aggredito una pattuglia di carabinieri con una ruspa tentando di investirli e danneggiando l’auto di servizio. È stato arrestato, poco dopo le 20.00 di ieri sera, un 51enne originario di Cagliari, residente a Teulada dove è proprietario di un noto ristorante: dovrà rispondere dei reati di tentato omicidio, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.
L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale Ettore Scalas di Uta, come disposto dall’Autorità giudiziaria, a disposizione della Procura della Repubblica di Cagliari. I due carabinieri, le cui condizioni fisiche sono buone, sono stati trasportati per accertamenti sanitari all’ospedale di Carbonia.

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Ieri mattina, le Volanti del Commissariato di Quartu Sant’Elena, impegnate nei quotidiani servizi di controllo del territorio, sono intervenute urgentemente per una segnalazione di una furiosa lite in famiglia. Gli Agenti, sul posto, hanno trovato un uomo, S.A., 46enne, pregiudicato e sottoposto agli arresti domiciliari, che inveiva pesantemente verso la madre e la sorella. Subito le due donne sono state messe al sicuro dai poliziotti. L’episodio in cui sono intervenuti gli agenti non era altro che l’ennesimo di un’escalation di maltrattamenti da parte dell’uomo, consistenti in minacce di morte, fino ad arrivare alle percosse, utilizzando anche un bastone di scopa.

Le donne, dopo aver ricevuto le cure da parte del personale del 118, sono rientrate in casa, mentre il S.A., è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e, dopo gli atti di rito, condotto presso la Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta.

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Tornano dal vivo i pionieri del rap in lingua sarda: dopo 23 anni di concerti in tutta Europa, tre album, un Ep e decine di collaborazioni, i Balentia sono pronti per un live molto speciale.

Il gruppo, infatti, suonerà domani, Venerdì 20 dicembre, a partire dalle 14.30, per i detenuti della Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta, nell’ambito della rassegna “Oltre il sipario” e del progetto/laboratorio “LiberaMente Dentro”, ambedue organizzati dall’Associazione “Il Miglio Verde”. Il progetto nasce con l’intento di creare uno spazio nel quale i detenuti possano indirizzare le proprie potenzialità creative, ricostruire un’identità sociale quale opportunità di reinserimento nella cittadinanza attiva, sostituendo i meccanismi relazionali basati sulla forza, sul controllo e sulla sfida con quelli legati alla collaborazione, allo scambio ed alla condivisione.

Per i Balentia si tratta della terza esperienza all’interno di strutture di detenzione, dopo le due esibizioni di alcuni anni fa nell’Istituto Penale Minorile di Quartucciu.

Dal vivo la band mogorese presenterà i brani tratti dall’ultimo lavoro discografico, Nieddu, e alcuni brani tratti dai dischi precedenti.

I Balentia – Una delle band più attive e longeve del panorama musicale indipendente sardo, Su Maistu e Lepa – originari di Mogoro (OR), – sono artefici di un rap cantato in sardo ed italiano, che loro stessi amano definire sociale. Hanno all’attivo tre album ed un EP autoprodotti, numerose collaborazioni con artisti nazionali dello stesso genere ed oltre 600 concerti in Sardegna, in Italia ed all’estero (Germania, Spagna, Grecia).

Il gruppo ha ottenuto buoni riscontri di critica da parte della stampa specializzata (Rumore, Blow Up), nonchè diversi passaggi su Radio e TV Nazionali (Radiorai su tutte). Ha condiviso il palco con artisti Internazionali e Nazionali quali Orishas, Neffa, Piotta, Club Dogo, Colle der Fomento, DJ Gruff.

Nel corso del tempo la band ha dato vita a diversi progetti paralleli, che hanno visto l’allargamento della formazione a strumentisti provenienti da differenti ambiti musicali: Stoccad’e funk, una band a 7 elementi, con chiara impronta funk anni ’70; Forefingers Up, progetto a 5 elementi, in cui si miscelavano black music e colonne sonore italiane anni ’70; Doodazz, progetto a 5 elementi, che si rifa al Jazz Rap di matrice newyorkese.

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Una brillante operazione dei carabinieri della Compagnia di Carbonia, guidati dal maggiore Pino Licari, grazie all’intuizione di un appuntato del Nucleo Radiomobile, ha portato all’arresto di due corrieri olandesi trovati in possesso di 11 kg di cocaina.

Nella giornata di ieri, i militari dell’aliquota operativa della Compagnia di Carbonia, con il successivo ausilio del personale delle stazioni di Tratalias, Sant’Antioco e Cortoghiana ed il supporto aereo del velivolo CC46 dell’11° Elinucleo di Elmas, hanno arrestato Silvano Fasano, nato a Emmen, in Olanda, il 19 gennaio 1988, residente a Emlichheim (D) Ringr Strasse n. 4, cittadino olandese, conducente dell’autovettura BMW targata NOHZI 915 di sua proprietà; e Stefan Lazarov, nato a Emmen, in Olanda, il 22 aprile 1990, ivi residente a Laan Van Het Kwekebos 295, cittadino olandese, alla guida dell’autovettura Wv Golf targata 4LZG19 (NL).

Nella mattina di ieri, una pattuglia del Nucleo Radiomobile era impegnata lungo la costa sulcitana, in normali controlli di polizia, implementati in funzione anti terrorismo, vista anche la notevole presenza di turisti nelle località marine del Sulcis e, mentre si trovava in uno dei centri turistici della Compagnia, l’attenzione dei militari è stata attirata dalla presenza, notata più volte, di due auto, una olandese ed una tedesca, che sembrava girassero a vuoto. Verso le 11.30, gli stessi sono stati visti affiancati mentre discutevano tra loro ed i militari hanno deciso di controllarli, chiedendo l’ausilio di una pattuglia della stazione di Tratalias, dove il CTE è abilitato alla lingua inglese. I due sono stati controllati genericamente ed hanno riferito ai militari di essersi persi, perché il navigatore gli aveva fatto sbagliare strada e che erano arrivati alle 6.30 al porto di Olbia. Hanno aggiunto di non sapere con precisione dove dovessero andare e che sarebbero stati chiamati da una persona a loro sconosciuta che li doveva accompagnare ad un villaggio turistico. Viste tali incongruenze e che uno dei due diceva di non parlare l’italiano, ma dal nome e dal cognome la sua origine era palese, i militari, per togliersi ogni scrupolo, dopo aver fatto giungere sul posto altre due pattuglie e l’elicottero del Nucleo di Elmas per una migliore vigilanza, hanno condotto i due presso il Comando della Compagnia di Carbonia, in modo di avere gli spazi adeguati ad ospitare le due auto in sicurezza.

La prima perquisizione ha dato esito negativo, ma lo stato di agitazione del Fasano, proprietario della BMW, ha convinto i militari a portare le due auto in officina, per un controllo più approfondito.

Nel frattempo, attaccato alle chiavi della Golf, è stato notato un telecomando che, premuto casualmente da un militare, ha causato, con la sorpresa di tutti, uno strano rumore nella BMW, come se si aprisse qualcosa all’interno.

La stessa prova è stata effettuata in officina e, pertanto, è stato aperto il longherone lato guida e, con sorpresa, è stato visto uno sportellino che si apriva, al cui interno, in un vano appositamente ricavato, sono stati rinvenuti dieci panetti di sostanza stupefacente, tipo cocaina, del peso complessivo di 11 kg. Gli ultimi due panetti erano legati tra loro con del cordino blu che consentiva in tal modo di estrarli senza fatica.

Da un controllo accurato, sono emersi il ricevitore del telecomando ed il meccanismo di apertura.

I due corrieri, sicuramente con compiti diversi, sono rimasti stupiti dal rinvenimento, asserendo di non saperne nulla. Le due auto, lo stupefacente, la somma complessiva di 1.900 euro e quanto ritenuto utile ai fini dell’indagine, pertanto, è stato sottoposto sotto sequestro.

Al termine degli accertamenti di rito, i due corrieri sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

 

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E’ stato arrestato nel corso della notte lo scafista del nuovo sbarco di dieci extracomunitari scoperto ieri pomeriggio in località Porto di Triga, nell’Isola di Sant’Antioco.

La presenza di un natante, con a bordo una decina di persone in procinto di sbarcare sulla scogliera, è stata segnalata ai carabinieri da un pastore del luogo. La centrale operativa ha inviato immediatamente sul posto due pattuglie delle stazioni di Calasetta e Tratalias che alle 15.40 circa hanno rintracciato dieci cittadini extracomunitari, di varie nazionalità (Ghana, Nigeria, Benin, Algeria, Tunisia), tutti maggiorenni, in buono stato di salute.

L’imbarcazione, un natante in legno della lunghezza di circa sei metri, con un motore fuoribordo, è stato rintracciato dal personale della motovedetta d’altura dei carabinieri, CC 707, impegnata in un servizio di perlustrazione lungo la costa, ma era tanto incastrato sulla scogliera e in posizione tale da non poter essere recuperato nemmeno dal personale della guardia costiera fatto intervenire successivamente ed anche questa mattina, ma ancora senza alcun risultato.

Al termine delle prime formalità di rito, i dieci migranti sono stati trasferiti al C.A.R.A. di Elmas per il proseguo delle attività di identificazione.

Vista la stranezza della cosa, in quanto non era mai arrivato un barchino con cittadini extracomunitari di varie nazionalità (di solito sono tutti algerini ed organizzati tra loro), sono scattate le indagini condotte dai carabinieri di Calasetta congiuntamente con quelli di Santadi e Tratalias, rese difficoltose dai vari idiomi parlati dai migranti ed è emerso subito che tutti indicavano lo scafista, l’ultimo rintracciato in quanto si era ben nascosto nella vegetazione, in prossimità del luogo dello sbarco.

La sfortuna del ragazzo è stata inoltre che i migranti del Mali hanno come lingua madre l francese ed un militare della Compagnia dei carabinieri di Carbonia, abilitato presso il Centro lingue estere dell’Arma dei carabinieri, è riuscito ad interrogarli in francese. Al termine delle loro dichiarazioni, è stato tratto in arresto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina Saber Lichie, nato in Algeria il 29 gennaio 1991, residente in Algeria ma in passato già domiciliato a Carbonia e pregiudicato in Italia, identificato anche grazie al codice unico di identificazione. Lo stesso, nel corso dell’attività finalizzata ad individuare eventuali responsabilità, è stato indicato da tutti i rimanenti nove migranti quale pilota del natante.

Nel cuore della notte,il cittadino algerino che non ha voluto avvisare il suo Consolato dell’avvenuto arresto, è stato tradotto presso la Casa circondariale Ettore Scalas di Uta, a disposizione dell’Autorità giudiziaria informata dai carabinieri di Calasetta.

BARCHINO