A Buggerru dovrebbe riaprire prossimamente il poliambulatorio di via Flumini, chiuso dall’ATS nel periodo Covid per problemi strutturali. La struttura, situata al centro del paese, originariamente un ex asilo, ristrutturata e adibita a poliambulatorio ASL circa 30 anni fa, da tre anni si trova in stato di completo abbandono.
Vediamo l’intervista realizzata ieri con Nicola Piras, presidente del comitato cittadino di Buggerru, da tempo impegnato per la riapertura del poliambulatorio e la restituzione dei servizi sanitari ai cittadini, che ha ricevuto notizia dal direttore del distretto socio-sanitario di Iglesias, dott. Carlo Murru, dello stanziamento delle risorse economiche necessarie per il recupero della struttura.
La Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, attenta e vicina alle esigenze della Comunità locale di cui è, senza dubbio, parte integrante, su richiesta del Distretto Socio Sanitario di Iglesias, ha aderito ad una serie di incontri/conferenze trattando alcune tematiche fondamentali per la Sicurezza delle famiglie con particolare riferimento ai bambini e alle donne. L’attenzione rivolta a queste tematiche e alla sicurezza delle famiglie e dei cittadini sono obiettivi primari che i carabinieri, in generale, perseguono e cercano di realizzare nel loro lavoro quotidiano.
In quest’ottica la Scuola Allievi Carabinieri, ha offerto la propria disponibilità in occasione di una serie di incontri, aperti al pubblico, al fine di garantire una diffusione sempre più ampia delle più importanti linee guida in materia di sicurezza stradale, cura della salute, violenza di genere e tematiche di interesse per il cittadino.
Gli eventi si sono svolti dal 19 maggio al 9 giugno, presso l’Aula magna della Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, alla presenza del direttore del Distretto sanitario di Iglesias dott. Carlo Murru e con la partecipazione del direttore dell’Infermeria presidiaria della Scuola Allievi Carabinieri cap. Pasquale de Soccio, del ten. Angela Bellomo, comandante di plotone e del personale della Stazione Carabinieri di Iglesias.
Durante gli incontri sono stati approfonditi diversi temi sulla sicurezza stradale, con particolare riferimento all’ uso dei seggiolini per bambini e dispositivi anti-abbandono; sulle tecniche di primo soccorso per la disostruzione infantile e sulla violenza di genere con particolare riferimento alla normativa prevista dal “Codice Rosso”.
La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo) ha dedicato una seduta alle audizioni dell’assessore Mario Nieddu e dei vertici dell’Ats su una serie di problemi più volte all’attenzione del Consiglio regionale, per iniziativa di diversi gruppi consiliari.
Il primo argomento affrontato è stato quello delle strutture residenziali (o comunità) integrate, nelle quali possono essere accolte persone non autosufficienti o con esigenze educative e relazionali di carattere intensivo (disabilità gravi, disturbi mentali, disagio minorile)
Si tratta quindi di strutture che, al di là dei requisiti minimi fissati dalla legge, devono possedere caratteristiche specifiche il più possibile adatte alle differenti tipologie degli ospiti.
In attesa della definizione dei nuovi requisiti, che saranno oggetto di una specifica delibera della Giunta regionale previo parere della commissione, le strutture residenziali integrate hanno dovuto superare una fase difficile a causa dell’emergenza Covid che ha reso necessario il reclutamento straordinario di personale medico ed infermieristico e l’incremento della presenza degli Oss.
E’ stata poi affrontata, su richiesta del capogruppo del M5S Michele Ciusa, la questione dei supporti ai pazienti diabetici. L’assessore Mario Nieddu, dopo aver premesso che le risorse messe a disposizione dalla Regione sono sufficienti, ha annunciato la prossima pubblicazione di un bando di gara che permetterà l’accesso agli strumenti tecnologici più avanzati, compresi i sensori non “freestyle”.
Successivamente, la commissione si è occupata su richiesta del vice presidente Daniele Cocco (Leu) della parziale stabilizzazione dei medici veterinari “dirigenti”, che ha interessato solo 10 professionisti a fronte di un fabbisogno complessivo di 31 unità. Sul punto hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali (Antonello Peru e Giorgio Oppi di Udc-Cambiamo, Gianfranco Ganau del Pd, Piero Maieli del Psd’Az, Francesco Agus dei Progressisti, Desirè Manca del M5S, Giovanni Antonio Satta (Misto), Giuseppe Talanas di Fi e Antonio Mundula di Fdi.
Il vice presidente Daniele Cocco, in particolare, ha lamentato con forza le tante anomalie di una procedura che, a suo giudizio, è andata avanti per troppo tempo per poi concludersi negativamente, pur partendo da una base documentale chiara e completa e da indirizzi comuni della commissione e del Consiglio.
A nome dell’Ats, il dottor Carlo Murru ha affermato che il dato del fabbisogno di personale è sempre in evoluzione ed ha assicurato che l’estensione della “platea” degli eventi diritto ai possessori dei requisiti fino alla data del prossimo 30 giugno, consentirà l’aumento delle stabilizzazioni attraverso la revisione del piano di fabbisogno ed un bando. La commissione ha ottenuto la verifica a breve scadenza di tale impegno entro (come ha precisato il presidente Domenico Gallus) i prossimi 7/10 giorni.
Inoltre, ancora su richiesta del capogruppo del M5S Michele Ciusa, si è parlato delle indennità infrasettimanali da corrispondere ai dipendenti dell’azienda Brotzu. Il direttore dell’assessorato Marcello Tidore ha risposto che è in corso una verifica tecnico-giuridica con lo scopo di arrivare ad un intervento stabile, anche alla luce di alcune sentenze in materia della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia.
Desirè Manca, sempre del M5S, ha portato all’attenzione della commissione la carenza dei pediatri di libera scelta nel Sassarese. Nella conferenza Stato-Regioni, ha replicato il dg dell’assessorato Marcello Tidore ricordando che si tratta di un problema molto presente nei territori, si stanno valutando soluzioni alternative temporanee come l’affidamento di incarichi ed il prolungamento dei “massimali” per la fascia da 0 a 6 anni.
Lo scioglimento anticipato della seduta del Consiglio comunale, per mancanza del numero legale, ieri non ha consentito l’approvazione dello studio Comunale di assetto idrogeologico, propedeutico all’approvazione del Piano Urbanistico Comunale di Iglesias.
«Abbiamo contestato duramente la valutazione dei tecnici incaricati dal Comune che hanno qualificato come zone Hi4 una vasta area che attraversa ed interessa il cuore pulsante della città, tra cui la via Garibaldi e la via Valverde – denunciano 8 consiglieri di minoranza, Simone Saiu, Luigi Biggio, Valentina Pistis, Arianna Cortese, Alberto Cacciarru, Francesca Tronci, Federico Garau e Bruna Moi -. Ciò significherebbe bloccare per anni la città posto che saranno consentiti soltanto piccoli interventi di manutenzione, il risanamento conservativo degli edifici, la demolizione e ricostruzione soltanto a condizione che si dimostri la riduzione della vulnerabilità ed il non aumento del carico antropico, senza aumento della superficie abitabile.»
«Rimane il dato politico: il presidente Daniele Reginali, che dovrebbe garantire imparzialità, ha invece cercato di ricondurre lo scioglimento della seduta al mancato accordo tra maggioranza e opposizione sul rinvio del punto – aggiungono gli 8 consiglieri di minoranza -. Il motivo chiaro (ammesso anche dal Sindaco al termine della seduta), sono state le numerose defezioni dei consiglieri di maggioranza posto che Ignazio Mocci, Nora Deidda e Carlo Murru hanno immediatamente abbandonato l’aula. Mancavano, per altre ragioni, altri 3 consiglieri di maggioranza. Altri ancora, hanno manifestato le loro perplessità fuori dall’aula.»
«Addossare alla minoranza le responsabilità di aver fatto mancare il numero legale è ridicolo! – concludono Simone Saiu, Luigi Biggio, Valentina Pistis, Arianna Cortese, Alberto Cacciarru, Francesca Tronci, Federico Garau e Bruna Moi -. A ciò si aggiunga che il consiglio era stato fissato soltanto in prima convocazione con la conseguenza che dovrà esser riconvocato ex novo (e non rinviato come sostiene la maggioranza) e che la prossima volta potremmo trovarci nella medesima situazione posto che occorrerà nuovamente la maggioranza di oltre la metà dei presenti e non quella semplice prevista per la seconda convocazione.»
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In occasione della giornata internazionale della donna, la Commissione regionale per la realizzazione della parità tra uomini e donne della Regione Autonoma della Sardegna consegnerà una targa alle Direzioni Regionali Sanitarie per ricordare l’impegno e l’abnegazione di tutti gli operatori sanitari che con coraggio e spirito di sacrificio hanno affrontato l’emergenza sanitaria Covid-19 che ha colpito l’Italia e la Sardegna. In particolare le commissarie desiderano riconoscere il ruolo straordinario della donna in questo difficile anno anche all’interno delle strutture sanitarie.
«L’8 marzo è una data importante che ci consente di riflettere sulle importanti conquiste sociali, economiche e politiche delle donne – affermano le commissarie – ma allo stesso tempo ci offre l’opportunità di denunciare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto nel mondo.»
Lunedì sarà consegnata dalle commissarie una targa di ringraziamento ad alcuni dirigenti sanitari della Sardegna quali rappresentanti di tutto il personale impegnato nell’emergenza.
Le commissarie si recheranno nel corso della giornata negli ospedali di Cagliari, Nuoro, Sassari, Alghero, Lanusei, Olbia, Oristano, Bosa, Ghilarza, Carbonia e Iglesias, per consegnare la targa affinché rimanga ad imperituro ricordo dell’operato dei sanitari in questo difficile periodo storico.
La consegna ad Iglesias avverrà alle 9,30 ,presso l’ospedale Santa Barbara alla presenza di dr. Carlo Murru, a Carbonia alle ore 12,30 presso l’Ospedale Sirai alla presenza della dott.ssa Gianfranca Onnis e della dr.ssa Giovanna Gregu.
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Il dottor Gianfranco Casu è il nuovo commissario della Assl di Carbonia. Ricoprirà l’incarico fino al completamento dell’autonomia delle Asl e della piena attuazione della Riforma sanitaria recentemente approvata dal Consiglio regionale. Gianfranco Casu proviene dall’Agenzia Laore dove ricopriva la carica di commissario straordinario. Subentra al dottor Carlo Murru, già commissario della Assl di Cagliari, in qualità di commissario facente funzioni.
«Un servizio, è bene ricordarlo, nella sua innovatività tra i pochi in Italia e considerato all’avanguardia in ambito scientifico – aggiunge Fabio Usai -. Grazie a esso, i pazienti possono godere delle cure la notte e vivere una quotidianità pressoché normale di giorno. Inoltre, considerato il suo espletamento tramite tempistiche più lunghe rispetto a una normale dialisi, le conseguenze fisiche per chi viene sottoposto al trattamento sono nel medio e lungo periodo estremamente meno impattanti per la salute. Nondimeno, preservare la “dialisi notturna” nel nostro territorio oltre a essere esercizio fondamentale per garantire la salute dei pazienti, significa anche proteggere uno dei pochi servizi sanitari d’eccellenza rimasti, ed evitare che lo smantellamento degli ospedali del Sulcis Iglesiente, iniziato svariati anni or sono, proceda inesorabile.»
«Sollecito fortemente il direttore ASSL Carbonia Carlo Murru, il Commissario dell’ATS Massimo Temussi, e l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, ad adoperarsi per identificare una soluzione alternativa a quella della disintegrazione del servizio di “dialisi notturna” – conclude Fabio Usai -. In caso contrario saremo pronti a dare battaglia contro questa decisione scellerata e fortemente lesiva della salute dei pazienti e in generale dei cittadini del territorio.»
Il sostituto direttore medico del Presidio Ospedaliero Unico Carbonia – Iglesias, ASSL Carbonia, dottor Luca Giovanni Marini, ha disposto la chiusura ai visitatori ed al ricovero di pazienti Covid negativi del reparto di Medicina dell’Ospedale Sirai di Carbonia, dopo le «segnalazioni inerenti pazienti e personale sanitario, risultati Covid-19 positivi, provenienti dai primari e dirigenti medici». Sono risultati positivi 1 medico, 7 infermieri e 20 pazienti, la quasi totalità degli attualmente ricoverati nel reparto. I pazienti Covid negativi «qualora compatibili per tipologia di ricovero e patologie con il reparto di Medicina, andranno ricoverati presso l’Ospedale CTO di Iglesias o in altri Ospedali». Il dottor Marini, inoltre, ha disposto che «in riguardo ai reparti di Endoscopia digestiva degli Ospedali Sirai e CTO, del Presidio Ospedaliero Unico Carbonia – Iglesias, temporaneamente vengono sospese le attività sanitarie, sino ad avvenuta sanificazione degli ambienti e dichiarazione da parte del primario del ripristino delle attività».
La comunicazione inviata ai dirigenti medici segnala, inoltre, la procedura da seguire in relazione alla cronica carenza di personale sanitario e alla prevenzione, valutazione ed esposizione al rischio lavorativo e per la sicurezza ambientale, del personale in forza al Presidio Ospedaliero Unico Carbonia – Iglesias.
I tamponi cui è stato sottoposto tutto il personale sanitario, potrebbe portare, già nelle prossime ore, all’accertamento di nuovi casi di positività al Covid-19.
La situazione di gravissima emergenza presente nel reparto di Medicina, arriva dopo i problemi emersi nel Pronto Soccorso nei giorni scorsi e già nei primi giorni dello scorso mese di novembre, quando venne parzialmente occupato da pazienti Covid positivi, presenza prolungatasi per diversi giorni, in attesa di trasferimento presso altri presidi. Allora una cinquantina di medici segnalarono l’emergenza all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al commissario straordinario dell’ATS Massimo Temussi, al direttore sanitario dell’ATS Giorgio Carboni, al direttore della ASSL di Carbonia Carlo Murru, al direttore DAP dell’ATS Sardegna Sergio Pili, al direttore medico del Presidio Ospedaliero Unico Giovanna Gregu.
«La presenza, ormai quotidiana, di pazienti Covid positivi nel nostro Pronto Soccorso rende, di fatto, impossibile la gestione contemporanea dei pazienti con codici più gravi, dei pazienti dell’osservazione breve e di quelli in attesa di referto del tampone molecolare per ricovero – scrissero i medici -. Infatti, tutti questi pazienti permangono in Pronto Soccorso in assenza di spazi adeguati e di personale sufficiente a fornire un’assistenza appropriata che, ormai in gran parte, esula dalle competenze del Pronto Soccorso stesso...
… L’assistenza di questi pazienti provoca non solo un’elevata possibilità di contagio, con gravissimo pregiudizio sulla sicurezza e salute degli operatori sanitari e degli assistiti, ma anche un ritardo nella gestione delle emergenze -urgenze che, naturalmente, non può essere accettabile per il personale che si trova coinvolto in prima persona nell’assistenza ai pazienti e, soprattutto, per i pazienti stessi. Le condizioni di lavoro inaccettabili dell’Ospedale Sirai di Carbonia ed in particolare del Pronto Soccorso, porteranno inevitabilmente ad una riduzione della qualità dell’assistenza e al rischio di errori medici che potranno avere ripercussioni sulla salute dei pazienti nonché di tipo medico-legale. L’esigenza di identificare un “Ospedale Covid” dove far confluire i casi sospetti e dove si possano assistere separatamente e con competenza i pazienti affetti da tale patologia, era del tutto evidente fin dall’inizio dell’epidemia e, pertanto, prevista nel Piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera…»
«Non programmare il futuro, limitandosi ad inseguire l’epidemia – scrissero in conclusione i medici – potrebbe non lasciare tempo e condannarci a conseguenze tragiche. In tale ipotesi, non ci assumeremo responsabilità morali e legali delle eventuali conseguenze.»
L’appello dei medici non è stato recepito dai vertici del sistema sanitario regionale e la situazione all’Ospedale Sirai di Carbonia è precipitata, con un reparto, quello di Medicina, quasi interamente contagiato e chiuso ai visitatori e ai ricoveri di pazienti Covid negativi. E del Centro Covid individuato nell’Ospedale Santa Barbara di Iglesias ed inserito nel Piano di emergenza della Regione Sardegna diversi mesi fa, ancora oggi, non c’è traccia…
Giampaolo Cirronis
Nasce nell’Ats-Assl del Sulcis Iglesiente la prima USCA Strutture, un nuovo servizio, il primo sul territorio regionale dedicato esclusivamente alla sorveglianza sanitaria delle strutture per anziani, case protette, RSA.
La situazione di emergenza evidenziata a livello nazionale e regionale
ha reso necessaria una riflessione sulle strategie intraprese per la prevenzione e il controllo dell’epidemia nei luoghi in cui l’esposizione al rischio è maggiore, per la presenza di anziani generalmente più vulnerabili alle infezioni rispetto al resto della popolazione.
Il servizio, composto da un team al quale sono dedicati in maniera esclusiva 4 medici e un infermiere è stato fortemente voluto dal direttore della ASSL Carbonia, dott. Carlo Murru, ed è coordinato dal direttore del distretto di Carbonia, dott. Aldo Atzori, con la collaborazione del Servizio Professioni Sanitarie e di tutte le figure e i servizi coinvolti nella gestione del paziente sul territorio, tiene conto della popolazione, e dei dati epidemiologici attualmente conosciuti.
Le Unità Speciali di continuità assistenziale (U.S.C.A.) sono équipe costituite da Medici ed Infermieri con funzioni principalmente rivolte alla presa in carico del paziente caso sospetto o confermato Covid 19 a domicilio, al fine di potenziare la sorveglianza sanitaria per chi si trova in isolamento domiciliare.
Il Servizio è attivo tutti i giorni, festivi compresi per 6 ore al giorno, ha competenza su tutte le strutture che insistono nei tre distretti della ASSL (Carbonia, Iglesias, Carloforte) ha a disposizione un mezzo di trasporto autonomo aziendale, un ricettario del SSN, farmaci e presidi medici disponibili e necessari all’attività erogata (termometri, saturimetri, etc.), una postazione pc collegata in rete e di un telefono cellulare: il personale ha a disposizione una dotazione autonoma di Dispositivi di Protezione individuale (DPI), secondo quanto disposto dal D.lgs 81/2008 e dalla normativa e indicazioni ministeriali in materia di Covid 19.
«In questo momento la sorveglianza attiva a domicilio o nelle strutture di tipo abitativo è la chiave per poter gestire al meglio i pazienti asintomatici o pauciasintomatici – ha detto il dott. Carlo Murru, direttore della ASSL di Carbonia – per questo sono molto soddisfatto dell’avvio delle USCA Strutture, una soluzione che consente il monitoraggio delle persone anziane e fragili in tutta sicurezza senza sovraccaricare il sistema ospedaliero.»
«Monitoreremo questo nuovo servizio nelle prossime settimane per renderlo sempre più efficiente ed efficace – ha aggiunto Aldo Atzori, direttore del Distretto di Carbonia – insieme alle USCA tradizionali ci
consentirà la sorveglianza ottimale dei pazienti Covid positivi che non
necessitano di cure ospedaliere.»