5 December, 2025
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Questa mattina mentre il cielo prometteva pioggia ma il sole ha avuto la meglio l’Istituto Comprensivo Satta, con il patrocinio del comune di Carbonia, in collaborazione con l’assessorato della Pubblica istruzione e con il supporto tecnico della Società Umanitaria, della coooperativa Scila e dello SBIS,ha organizzato una “Marcia per i diritti dei bambini e dell’adolescenza”.

Gli alunni della scuola dell’Infanzia, della Primaria e della Secondaria di primo grado, hanno marciato con il cuore rivolto a tutti quei bambini e quelle bambine che nel mondo non vedono i propri diritti rispettati. I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sono sanciti dalla convenzione ONU e si basano sul principio che ogni bambino e ogni bambina ha il diritto di crescere in un ambiente sereno e amorevole. Ogni anno, all’inizio dell’anno scolastico, durante i primi incontri di pianificazione, la Commissione Dipartimenti dell’Istituto Comprensivo Satta, composta dagli insegnanti di tutti e tre gli ordini di scuola, seleziona una giornata internazionale da celebrare collettivamente. Quest’anno è stata selezionata la giornata “La giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

Si è proceduto quindi con varie attività educative e didattiche proposte dalle insegnanti sulla riflessione dell’importanza di questa giornata. Oltre ai movimenti svolti in classe e nelle sezioni, stamane alunni e insegnanti hanno cantato e ballato un flash mob, riempendo Piazza Roma di colori, voci ed allegria.

«Il nostro istituto continuerà a lavorare per essere una comunità accogliente, equa ed attenta, capace di riconoscere i bisogni di tutti gli alunni e le alunne offrendo loro opportunità formative che valorizzano talenti aspirazioni e potenzialità», ha dichiarato la dirigente scolastica Antonella Pisu.

C’è ancora tanta strada da percorrere perché i minori di tutto il mondo siano realmente tutelati e protetti in vista di un futuro senza discriminazioni e diseguaglianze. È necessario ribadire questi concetti in modo che le nuove generazioni crescano consapevoli che si può e si debba fare tanto affinché sfruttamenti ed abusi lascino il posto all’amore e al rispetto per tutti i bambini e le bambine del mondo.

Nadia Pische

La semplicità e la simpatia di Marco Carta, unite alla sua bravura, fanno di lui un cantante molto piacevole da seguire e in tanti lo hanno accolto al suo concerto a Tratalias, martedì 3 giugno, scatenando numerosi applausi ed il classico coro “Sei bellissimo” su cui l’artista non perde occasione per scherzare.

Marco Carta si racconta con una naturalezza che lo contraddistingue, trasferendo le sue emozioni al pubblico che lo ama e che l’ha visto “nascere” ad “Amici” di Maria De Filippi, talent da cui nel 2008 uscì vincitore. Accompagnato da una super band che vede Nicola Corrias alla batteria, nonché programmazioni e direzione musicale, Aldo Turini alle chitarre, Fabio Castia al basso e Andrea Coppola alle tastiere, Marco unisce il pop alla musica italiana.

Nel 2009 con il brano “La forza mia” vince il Festival di Sanremo, ma col tempo l’artista conquista molti altri premi…TRL Awards, Kids’ Choice Awards e Venice Music Awards.

Apre il concerto di Tratalias con il brano “Solo Fantasia” e a seguire “Dentro ad ogni brivido”, “Niente di me”; ma anche cover come “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani e poi, con la dolcezza che lo caratterizza, “Ti voglio bene” dedicata con un bacio verso il cielo alla mamma. Prosegue con altri suoi pezzi “Splendida ostinazione” e “La forza mia” ad accendere il pubblico che, pur cantando con lui sin dai primi pezzi, con questa canzone diventa puro visibilio… e tutte le torce dei cellulari si accendono come se fossero stelle.

“No photo reposare” dedicata alla sua amata Sardegna, la cover dell’ultimo successo di Giorgia “La cura per me”, un pensiero sul “come sarebbe potuto essere” dedicato al padre che riassume nel brano “Una foto di me e di te”. Tra una canzone e l’altra, l’artista si racconta tra il serio ed il faceto, tra ricordi ora commoventi ora divertenti, sul suo “faticoso” percorso ad Amici e con il pubblico non esiste distanza. E la distanza con Marco e la sua band non la avverte neanche il piccolo Luca che in prima linea davanti al palco canta tutte le canzoni, il suo papà è il tastierista della band e al piccolo brillano gli occhi nel vederlo suonare… un legame forte tanto che anche Luca suona il piano e da poco il clarinetto. Vorrà seguire le orme del suo papà?

Più volte Marco durante lo spettacolo dice al pubblico “vi voglio bene” e manda baci arrivando direttamente al cuore dei tanti fan.

Chiude il concerto, cantando di nuovo “La forza mia”, una canzone molto amata che Marco dedica ai propri fan, alla quale è profondamente grato per l’affetto che da sempre gli dimostrano. Del resto è facile affezionarsi ad un artista che racconta e canta sentimenti ed emozioni con un trasporto ed una passione che lo rendono unico “un eterno ragazzo dal sorriso spontaneo e contagioso”.

Il concerto rientrava nel ricco programma della festa patronale per Santa Maria di Monserrat, proposto dal 29 maggio al 3 giugno 2025 dall’associazione Pro Loco di Tratalias, con il patrocinio del comune di Tratalias, assessorati del Turismo e della Cultura e Spettacolo, la Parrocchia, l’associazione Maria Monserrat.

Nadia Pische

Una storia molto toccante quella che dopo cinquant’anni che la conosceva, l’autrice Maria Rita Melis ha deciso, aprendo il suo scrigno dei ricordi, di portarla a conoscenza di tutti attraverso una pubblicazione. Il libro si intitola “Una moglie sbagliata” ma di sbagliato, in questa triste vicenda, c’è solo l’atteggiamento di un marito dispotico, un padre padrone, di cui in passato si è tanto sentito parlare. Nella fattispecie, si tratta di un uomo possessivo, intransigente e tirannico che considera la moglie e i propri figli come oggetti di sua appartenenza. Un uomo a cui si deve obbedienza, a cui chinare la testa e non poter mai esprimere una propria opinione. Un modello familiare in cui il capofamiglia incarna l’autorità decisionale, un uomo oppressivo che esercita un ruolo che dovrebbe essere completamente diverso.

Maria Rita, nel suo racconto, scrive di una figura di padre che tratta male la moglie e che non lascia liberi i figli di vivere una vita serena e ricca d’affetto, come dovrebbe accadere in una famiglia, Luisa, la protagonista, subisce degli abusi e dei soprusi che, piano piano, la annientano, rendendo la sua vita un inferno. Leggere il libro e come sedersi nella cucina di Peppino e Luisa e seguire senza essere visti le loro vicende familiari. La delusione e l’amarezza di non essere apprezzati come persone pensanti, la tristezza di vivere una vita tormentata, sono le emozioni e i sentimenti che il lettore coglie tanto da iniziare ad apprezzare i cambiamenti e l’evoluzione dei tempi che hanno portato ruoli paritari all’interno della famiglia. Fortunatamente, ai tempi d’oggi, questa figura di “padre padrone” comincia a tramontare, lasciando spazio ad un modello familiare che tanto si distanzia dal “despota” a cui tutti in famiglia dovevano ubbidire.

Ad impreziosire il libro, i disegni di Debora Diana.

Nadia Pische

Straordinaria performance della Lords Zucchero Cover Band presso il teatro Maria Carta di Elmas, spettacolo organizzato dall’associazione culturale ArteinCanto di Giampaolo Leone, con la preziosa collaborazione dell’associazione turistica Pro Loco di Elmas e il patrocinio del comune di Elmas. Sin dalle prime note il pubblico è stato coinvolto e travolto dall’energia che ogni singolo membro del gruppo emanava. Voci ora graffianti, ora dolci, quelle del cantante Andrea Busonera e della vocalist Paola Mistroni che si sono esibiti su musiche live magistralmente suonate da Piercarlo Rinaldi alla chitarra e cori; Raffaele Pillai al basso e cori; Gianni Peloso alle tastiere; Marco Camboni alla batteria.

Sicuramente cantare pezzi del grande Zucchero, facendo anche un bel tuffo nel passato, è quasi normale ma quando lo si fa “accompagnati” da un gruppo come questo diventa eccezionale ed è impossibile non sentirsi parte dello spettacolo. Due ore che sono volate via tra cori, battiti di mani, risate ma anche un po’ di nostalgia, con le canzoni più melodiche della serata. Una scaletta che ha portato sul palco i maggiori successi di Zucchero: da “Diamante” a “Baila” “13 buone ragioni”, “Senza una donna”, “Vedo nero”, “Wonderful life”, “Per colpa di chi”, “Hey man” e “Così celeste” cantata interamente dalla splendida vocalist Paola.

Nadia Pische

Si sono concluse in piazza Sella venerdì 9 maggio, a Iglesias, le celebrazioni organizzate in occasione dei 100 anni di Porto Flavia, iniziate il 28 maggio 2024 con una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Iglesias, riunito sul piazzale di Porto Flavia. Appena si è fatto buio, centinaia di persone hanno potuto assistere ad un grande spettacolo “Cubo, un volume in volo”, una performance di danza verticale e circo aereo della compagnia Eventi verticali, per la regia di Andrea Piallini.

Eventi verticali è un’associazione che promuove il teatro verticale. I performer imbragati ed appesi ad una fune danzano, saltano, corrono, recitano, utilizzando la parete come un piano. Nata nel 2006 da un’idea di Andrea e Luca Piallini due fratelli affascinati dalla verticalità, l’associazione in questi anni ha realizzato corsi e spettacoli in giro per il mondo. Lo spettacolo presentato ad Iglesias è stato messo in scena grazie all’ausilio di un’autogru che ha sollevato il cubo sino ad 80 metri d’altezza. Un cubo volante con proiezione di luci e quattro splendide performers acrobate che hanno regalato uno spettacolo mozzafiato.

La loro sede della compagnia Eventi verticali è in Sardegna e questo ci riempie d’orgoglio…come veder danzare su un muro volante degli artisti che con la loro incredibile bravura lo fanno sembrare estremamente facile. Il tutto accompagnato da musiche che hanno coinvolto il pubblico in un palcoscenico unico nel suo genere: un cielo stellato con una luna quasi piena. Tutti col naso all’insù e col fiato sospeso, a seguire le innumerevoli acrobazie. Applausi a cielo aperto per un’esibizione “appesa a un filo”.

Nadia Pische 

 

Sabato 3 maggio, in una piazza Ferralasco gremita, a Sant’Antioco, è andato in scena un grande concerto dei Tiromancino, nell’ambito dei festeggiamenti della 666ª festa di Sant’Antioco Martire, organizzato dal comune di Sant’Antioco e Capricorn Concerti.

Tiromancino è una band nata nel 1989, fondata dal cantante Federico Zampaglione, gruppo musicale che non ha mai avuto una composizione fissa. Al momento, oltre Federico Zampaglione alla voce, alla chitarra e al basso, gli altri componenti sono: alla batteria Marco Pisanelli, al basso Francesco Stoia, alle tastiere Fabio Verdini.

Il concerto si è aperto con la canzone “Angoli di cielo”, un brano che parla della ricerca di una felicità autentica, che non può essere raggiunta attraverso l’accumulo di beni materiali o la ricerca di una vita perfetta. Un vero e proprio invito ad abbracciare la vita con tutti i suoi alti e bassi, perché solo così si può trovare la vera felicità. E proprio verso il cielo è andata una delle canzoni successive “Un tempo piccolo” dedicata al grande amico e collaboratore Franco Califano. E poi “Piccoli miracoli”, “Due rose”, “Finché ti va”. E’ durante un ricovero di Francesco Zampaglione che nasce “Il cielo”, una canzone che temeva che le persone non avrebbero mai sentito, ma il destino aveva deciso diversamente e con grande gioia Francesco guarisce e il brano vede la luce. “Mi rifugio nella notte” e poco dopo la canzone dedicata alla figlia Linda “Immagini che lasciano il segno”.

Tra i cori del pubblico la band ha proseguito con altri successi: “Per me è importante”, brano che racconta la nostalgia della lontananza; “La descrizione di un attimo”, “Noi caso mai”.

Una serata all’insegna delle emozioni che solo la musica live sa regalare.

Nadia Pische

“Ferdinando”, di Annibale Ruccello, nella versione di Arturo Cirillo, è lo spettacolo del cartellone della stagione di prosa del CeDAC Sardegna, andato in scena al Teatro Centrale di Carbonia giovedì 17 aprile, dopo Arzachena e Nuoro. Un cast eccezionale: Sabrina Scucciamarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli e lo stesso regista Arturo Cirillo. Più di due ore di spettacolo che ha visto protagonisti di alto livello cimentarsi in una storia molto particolare, con riferimenti storici, politici e psicologi e risvolti sessuali con scene al limite del consentito. Battute ora in italiano, ora in napoletano, che colorano oltremodo atteggiamenti simpatici e a volte irriverenti.

La trama racconta una storia familiare che si svolge alla fine dell’Ottocento. In una villa di campagna vesuviana vive Donna Clotilde un’aristocratica borbonica, malata e sola, unica compagnia la sua serva Gesualda e il prete Don Catellino che va spesso a trovarla. Clotilde odia l’Italia unita e tutto quello che appare moderno e liberale. A sconvolgere questa sua vita monotona arriva il giovane e bellissimo Ferdinando, un suo presunto nipote. Persona ambigua, dai modi raffinati, un affabulatore che presto risveglierà nelle due donne e nel prete desideri sessuali ormai sopiti.

Tra loro nasceranno tensioni, cercheranno di vivere la meglio gli uni sugli altri ma un finale inaspettato metterà tutti a tacere, qualcuno addirittura per sempre.

Nadia Pische

Questa mattina la città di Carbonia si è svegliata con una terribile notizia. Quella che solo a ieri era una famiglia serena, oggi si è scontrata con una mancanza improvvisa. Il piccolo Simone è diventato un angelo, la sua dipartita lascia sconsolati il fratellino Marco e mamma Marcella che, insieme a papà Germano, restano atterriti davanti a questa nuova terribile realtà. Non ci sono parole per confortare appieno un dolore così grande. La comunità intera abbraccia questa famiglia, da parte della “Provincia del Sulcis Iglesiente” arrivino le più sentite condoglianze, che possano insieme stretti nell’amore affrontare un sì triste momento. Vola in alto piccolo Simone e brilla come hai sempre fatto nella vita terrena, balla con gli angeli.

Nadia Pische

Domenica 30 marzo, al Teatro Centrale di Carbonia, è andata in scena la commedia” Carboniscu beciu bicu” della compagnia teatrale ”Masungiai” di Is Urigus. Lo spettacolo inserito nel cartello della 1ª edizione di “Tradizione in scena” Teatro in limba, organizzato da Music Factory di Carbonia in collaborazione con la Pro Loco di Carbonia e con il patrocinio del comune di Carbonia ha riscosso grande successo di pubblico. Un tema divertente dove il protagonista “Antiogu”, un nonno umile che vive con una piccola pensione, sta per essere ricoverato in una RSA perché i figli non se ne vogliono prendere carico, senonché vince al Superenalotto un’ingente somma di denaro e allora tutto cambia. I figli tornano sui loro passi, improvvisamente pensano di prendersi cura del padre. Ma lui non ci sta!!! Scene divertenti che però nascondono un problema serio e ai giorni nostri molto presente… prendersi cura dei propri genitori. In passato questo avveniva senza alcun problema, ora invece che tutti lavorano, tutto è un pochino più complicato.
Dovrebbero seriamente esistere delle strutture pensate diversamente, nelle quali gli anziani possano vivere serenamente la loro nuova condizione di vita. Soprattutto, dovrebbero esserci strutture economicamente più “raggiungibili”, in modo da permettere a tutti una “serena” vecchiaia.
Nadia Pischeù

 

È andato in scena il 3 aprile, al Teatro Centrale di Carbonia, lo spettacolo “L’inferiorità mentale della donna”, inserito nel cartellone CeDAC, con protagonista l’eccellente Veronica Pivetti, autrice Giovanna Gra, per la regia di Walter Mramor e Giovanna Gra. Pensieri, musica e parole liberamente tratti dal libro di Paul Julius Moebius intitolato per l’appunto “L’inferiorità mentale della donna”. Uno scienziato neurologo che nel 1901 arriva a constatare “la fisiologica deficienza fisiologico – mentale della donna”. Il suo libro venne considerato e ancora lo è, un classico di razzismo anti-femminile. In sostanza Paul Julius Moebius si preoccupa di dimostrare l’inferiorità tra uomo e donna per poter così giustificare l’assenza del genere femminile dalla scena sociale. Quindi, tra differenze di peso e misure dei cervelli, cerca di affossare la donna. Qui entra in gioco la “pazzesca” Veronica Pivetti che poco prima dello spettacolo dichiara: «Moebius scrisse bestialità inaduite sulle donne, e si consideri che era un medico. Postulò la deficienza mentale della donna come una verità scientifica, stabilì che il cranio piccolo delle donne conteneva un cervello piccolo. Si affidò ai proverbi sessisti dell’epoca per dimostrare la pochezza del sesso femminile. E fece tutto questo, ahimé, in “buona compagnia”. Era amico, infatti, di Cesare Lombroso, medico, antropologo, filosofo, criminologo padre della moderna criminologia, le cui teorie sulle donne ci scandalizzano ancora oggi. Fu Lombroso per esempio a dichiarare “che la menzogna nella donna è fisiologica”. Nello spettacolo si parla anche di Sylvain Maréchal, avvocato, scrittore e rivoluzionario che nel 1801 fece una proposta di legge per vietare alle donne di imparare a leggere. O ancora “un illustre” Ambrose Bierce, giornalista americano che descrive la donna come “un animale che vive in prossimità dell’uomo”. Cose da far accapponare la pelle! Sono molto felice di portare in scena questo coacervo di pregiudizi e mostruosità perché penso che sia giusto che certe cose si sappiano. Penso sia giusto raccontare perché da sempre noi donne facciamo fatica ad ottenere il rispetto e la considerazione che meritiamo. Questo testo scritto da Giovanna Gra con la quale lavoro da più di vent’anni, tratto dagli scritti di Moebius e “compagnia bella” lo dice molto chiaramente. Racconta il nostro percorso accidentato e sempre in bilico. Ma lo fa sul filo dell’ironia, che è sempre il mezzo più efficace per raccontare anche le realtà più efferate. E poi c’è la musica: nello spettacolo canto un sacco di canzoni famose che nascondono tra le righe (e a volte non nascondono affatto) concetti profondamente sessisti. Ci sono canzoni italiane arcinote che tutti abbiamo cantato per decenni, senza renderci conto appieno di quanto fossero maschiliste, e poi ci sono canzoni internazionali di tutte le epoche che parlano sempre di donne e della relazione uomo-donna. Insomma, questo spettacolo è un viaggio parlato e cantato contro i pregiudizi e le ingiustizie. E sa qual è la bellissima notizia? Che il pubblico palpita, partecipa, si scandalizza e fa il tifo con noi per un mondo dove certe diseguaglianze spariscono e siano solo un brutto ricordo. E su certe assurdità e stupidità ridiamo tutti insieme, sul palco e in platea».

Dopo una così ponderata e pungente descrizione dello spettacolo data dalla stessa grande protagonista Veronica Pivetti, resta difficile aggiungere qualcosa che lei non abbia già detto. La verità “vera” è che le donne hanno contribuito e contribuiscono sempre più allo sviluppo e alle innovazioni… a tal proposito basterebbe citare Maria Curie che vinse ben due Premi Nobel, per la fisica nel 1903, per la chimica nel 1911, per la sua scoperta del radio e del polonio, Rita Levi Montalcini Nobel per la medicina nel 1986. Certo è che ancora la disparità di genere esiste e si vede anche dal punto di vista sociale ed economico. Dovremmo tutti fare un “piccolo grande passo” per fare in modo che i secoli di lotta intrapresi diano finalmente i loro frutti… Lo si deve fare, non in quanto donne, ma persone che vogliono seriamente contribuire ad un miglioramento sociale nel più giusto significato della parola.

Nadia Pische